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Burioni, sfogo sui tamponi. Poi il confronto coi dati di maggio

Roberto Burioni ha parlato dell'attuale andamento dell'epidemia di coronavirus, facendo un confronto con la fase più acuta

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il virologo Roberto Burioni ha parlato dell’andamento dell’epidemia di coronavirus, facendo il punto sui tamponi e un confronto con la situazione che c’era a marzo. L’esperto, intervenuto su Rai Radio 1 nel programma “Forrest”, ha invocato “un sistema diagnostico immediato” per favorire il riconoscimento di casi positivi con maggiore rapidità.

Burioni: “Non possiamo aspettare per avere il risultato di un tampone”

“Le autorità sanitarie devono fare la loro parte perché se poi c’è un sospetto non possiamo aspettare 6 giorni per avere il risultato di un tampone”, ha sottolineato Burioni, riferendosi ai tanti casi di persone in autoisolamento perché entrate a contatto con un positivo in attesa di scoprire se sono state contagiate.

Poi il virologo ha parlato dei positivi rilevati ufficialmente durante la fase più acuta dell’epidemia in Italia: “I numeri dei positivi che abbiamo, riferiti alla primavera, non hanno nulla a che fare con la realtà. In quel momento il numero dei casi è stato immensamente sottostimato e abbiamo avuto un momento di immensa difficoltà“.

Un simile parere è stato condiviso anche dal professor Carlo La Vecchia, che ha invece fatto una stima di quanti positivi ci sono realmente oggi in Italia.

“Siamo stati la prima nazione occidentale – ha detto poi Burioni – ad essere investita dall’epidemia. Penso sia motivo di orgoglio per tutti che in tutto il mondo ci vengano riconosciuti la bravura, il rigore, l’impegno che abbiamo avuto nell’aver tolto la testa dalle fauci della morte”.

Burioni e il confronto con la situazione a maggio

Burioni ha quindi smentito le presunte mutazioni del coronavirus, in relazione al minor numero di decessi e pazienti in terapia intensiva osservati oggi: “La situazione attuale non ha nulla a che vedere con la situazione di maggio. Dobbiamo stare attenti, il virus non è diventato più buono, non è cambiato. Ma siamo cambiati noi. Quindi: mascherina e distanze, stiamo attenti”.

Infine, il virologo ha anche fatto un focus sui vaccini in fase di sperimentazione, esprimendo entusiasmo per quelli ormai prossimi alla fine dei test: “Avrei messo la firma con il sangue a marzo per trovarmi il 12 ottobre in una situazione come questa in cui abbiamo quattro vaccini che si trovano nella fase 3, quella in cui si determina l’efficacia di un vaccino. Sarebbe intollerabile che qualcuno non possa avere il vaccino o perché non ne viene prodotto abbastanza, o perché non se lo può permettere”.

Covid, le mascherine di stoffa funzionano solo a certe condizioni Fonte foto: IPA
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