Caso Aurora Leone in Nazionale Cantanti: arrivano le dimissioni
Aurora Leone e Ciro Priello, attori dei The Jackal, hanno denunciato un caso di sessismo prima della partita del cuore con la Nazionale cantanti
Gianluca Pecchini, direttore generale della Nazionale cantanti, chiamato in causa nel “caso Aurora Leone“, si è dimesso. Lo ha annunciato lui stesso tramite una nota diffusa da ‘Ansa’, in cui si legge: “Mi assumo la responsabilità di quello che è accaduto dimettendomi dal mio incarico in attesa di parlare personalmente con Aurora Leone. Ci tengo però a sottolineare, a scanso di equivoci, che nessun artista si è reso conto dell’episodio in questione; i presenti si sono accorti di quello che stava accadendo nel momento in cui Aurora e Ciro si sono alzati per andarsene via”.
Torino, sessismo contro Aurora dei The Jackal: cosa è successo
Cacciati dal J Hotel, l’albergo della Juventus, durante la cena. Questa la denuncia su Instagram di Aurora Leone e Ciro Priello, volti noti del gruppo comico dei The Jackal. Secondo il loro racconto, l’attrice sarebbe stata fatta alzare dal tavolo della Nazionale cantanti, a cui si era seduta insieme al collega.
Sarebbe stato proprio il direttore generale della Nazionale cantanti, Gianluca Pecchini, a costringere solamente la Leone ad alzarsi, “in quanto donna“, ha spiegato lei stessa. Da lì sarebbe nato uno scontro verbale tale da allontanare i due attori napoletani dall’albergo: consolati da alcuni cantanti, a malincuore hanno deciso di rinunciare a partecipare alla partita del cuore in programma a Torino martedì 25 maggio, per cui erano stati entrambi convocati.
“Vi spieghiamo brevemente cosa è successo stasera alla cena, prima della partita del cuore”. Inizia così la prima di una serie di Instagram Stories pubblicate da Aurora Leone, con al suo fianco Ciro Priello. I due attori sono volti noti del gruppo comico dei The Jackal, fenomeno di Internet con milioni di visualizzazioni.
“Io e Ciro ci siamo seduti al tavolo con la Nazionale cantanti e una volta seduti lì l’organizzatore, Pecchini, è venuto vicino a noi e ci ha detto che non potevamo stare seduti lì. O meglio, che io non potevo stare seduta lì. Pensavamo che il motivo fosse l’essere avversari della Nazionale cantanti”, ha detto Aurora Leone.
“Quando facciamo per alzarci – ha aggiunto Ciro Priello – Pecchini mi dice: ‘Tu puoi restare, è solo lei che non può restare al tavolo‘”.
Così Aurora Leone chiede spiegazioni e si sente rispondere “e lui mi dice: ‘Sei una donna, non puoi stare seduta qui, queste sono le nostre regole‘. Io ho detto: ‘Guardate che io non sono l’accompagnatrice di Ciro, io sono stata convocata, così come Ciro, e lui mi ha detto: ‘Non mi far spiegare il motivo per cui non puoi stare qui. Alzati‘”.
Quindi, Pecchini ha invitato Aurora Leone a sedersi a un altro tavolo. Lei si è alzata, così come Ciro Priello, per spostarsi: “Poi ci ha chiamato in disparte il direttore generale della Nazionale cantanti. Parlando con noi ci ha detto: ‘C’è stato un problema, non potevate stare lì perché eravate della squadra avversaria’. Gli abbiamo spiegato che i termini non erano questi – ha ribattuto l’attrice -, ma mi hanno fatto alzare perché ero donna, non perché ero della squadra avversaria. E lui ha detto: ‘Vabbè, ma tu mica giochi, tu sei qui come accompagnatrice‘”.
“No, quale accompagnatrice – ha risposto Ciro Priello -: lei è una giocatrice“.
La Leone quindi ha aggiunto di avere “la convocazione stampata, mi hanno chiesto le taglie dei completini. ‘Eh, i completini te li metti in tribuna, da quando in qua le donne giocano‘, mi hanno detto”.
A quel punto Ciro Priello “si è infervorato, ci siamo arrabbiati, ci hanno cacciato dall’albergo. I cantanti che erano con noi, Andro dei Negramaro, Stefano (Fisico, social media manager della Nazionale cantanti), Eros Ramazzotti, sono venuti, ci hanno chiesto scusa per l’accaduto, ma perché questo accaduto ha dell’assurdo, del paradossale“, ha ribadito la Leone.
“Io avevo una convocazione – ha sottolineato -, io non ero lì per fare una cortesia a nessuno, la mia presenza lì era al pari di quella di Ciro come quella della Nazionale cantanti”.
Quindi, un ringraziamento nei confronti di Gianmarco Sala, presidente della Fondazione piemontese per la ricerca contro il cancro: “Si è dissociato da tutto questo, si è scusato con noi e si è detto mortificato per l’accaduto perché chiaramente non voglio neanche che un evento del genere vada a infangare la buona causa di questo progetto. Cosa che ha detto Ciro: che è una partita di beneficenza, non è la Champions League, che fate le vostre regole”.
“No, qui è come se fosse la Champions League: così mi hanno risposto“, ha aggiunto Priello.
Torino, sessismo contro Aurora dei The Jackal: la decisione sulla partita del cuore
Aurora Leone e Ciro Priello non giocheranno la partita del cuore, in programma martedì 25 maggio: “Purtroppo non parteciperemo, l’accaduto ci fa sentire estranei da un contesto che invece dovrebbe avere tutt’altro scopo. Continuiamo a sostenere lo scopo del progetto, perché donare per la ricerca contro il cancro chiaramente resta una cosa importante, resta buona, donate, è fondamentale. Questo è lo scopo della partita, non i litigi del cavolo su delle questioni inesistenti e medievali. Ma andare alla partita dopo che ci hanno cacciati dall’hotel, ci hanno impedito di entrare, non ce la sentiamo”, ha spiegato la Leone.
“Mi spiace perché era una cosa che volevo fare proprio in quanto donna, perché era una cosa che avvalorava ancora di più lo spirito di solidarietà dell’evento – ha concluso l’attrice -. Io non sono assolutamente una persona polemica, penso di non aver mai fatto storie di questo tipo e mi dispiace dover parlare in questi toni, ma quello che è successo non mi era mai capitato. Mi sono sentita in imbarazzo. Ringrazio Ciro che era con me, perché è stata la persona che è riuscita a rispondere a tono. E io aggiungo che la mascherina che ci hanno dato è questa qua (‘Stop alla violenza sulle donne’, ndr), a sostegno delle donne: cioè, ragazzi, è qualcosa veramente fuori contesto”.
Caso Aurora Leone, le parole di Enrico Ruggeri
Sul caso Aurora Leone, prima delle dimissioni di Pecchini, era intervenuto Enrico Ruggeri, presidente e capitano della Nazionale Cantanti, che al ‘Tg4’ e sul profilo Instagram della Nazionale Cantanti, ha spiegato: “Abbiamo intanto avviato una inchiesta interna e abbiamo già allontanato due persone, che peraltro sono dei volontari ma comunque devono attenersi ad un protocollo morale e deontologico che è quello della Nazionale Cantanti”.
Enrico Ruggeri ha aggiunto: “Noi da 40 anni siamo sempre stati in prima linea per cercare di renderci utili”.
L’appello del cantante: “Ora il problema è la ricerca. Ogni flessione di ciò che succederà stasera vorrà dire ricerca che stenta, vorrà dire persone che non ce la faranno. Quindi abbiamo tutti una responsabilità. Per cui, quello che posso fare è mostrare la maglia di Aurora e se qualcuno la conosce ditele che noi la stiamo aspettando in campo per cercare di porre rimedio a questo incidente per il quale come ho già detto abbiamo già preso provvedimenti. La cosa più importante adesso è ritrovarci tutti assieme perché tutto questo è più importante di qualsiasi altra cosa. Aurora, se vuoi, noi siamo pronti, abbiamo un posto per giocare e per renderci utili”.