16enni investite, la difesa di Genovese rinuncia al Riesame
Si attende la maxi perizia disposta dalla procura per chiarire la dinamica dell'incidente
I difensori di Pietro Genovese, il ventenne che ha la notte tra il 21 e il 22 novembre ha travolto e ucciso con l’auto le sedicenni Gaia Romagnoli e Camilla von Freymann mentre attraversavano Corso Francia a Roma, hanno rinunciato all’udienza al Tribunale del Riesame per chiedere l’annullamento degli arresti domiciliari. Lo riferisce Il Messaggero.
Secondo quanto scrive il quotidiano romano, i legali del giovane puntano al proseguo delle indagini e alla maxi perizia disposta dalla procura per dimostrare l’impossibilità di evitare le ragazze dopo essere partito col verde al semaforo.
I pm Nunzia D’Elia Roberto Felici hanno affidato all’ingegnere Mario Scipioni, esperto in infortunistica stradale, la perizia che dovrebbe chiarire la dinamica dell’incidente mortale.
Una perizia fondamentale, a cui parteciperanno anche i consulenti dell’indagato e dei familiari delle vittime, anche perché è stato accertato che l’auto guidata da Genovese era priva di scatola nera.
L’esperto dovrà accertare in particolare le condizioni di visibilità al momento dell’incidente e quale fosse la velocità dell’auto. L’alta velocità era stata infatti contestata come aggravante dalla procura ma rigettata dal giudice proprio perché non accertata.
Da chiarire anche l’esatto punto in cui le due 16enni hanno attraversato la strada di corsa e la sincronizzazione del semaforo pedonale e veicolare. Per conoscere l’esito della perizia si dovranno attendere però circa due mesi.
Genovese si trova agli arresti domiciliari dal 26 dicembre. Durante l’interrogatorio col gip avvenuto lo scorso 2 gennaio, il 20enne ha ribadito tra le lacrime di essere passato col verde e di non aver visto le due giovani che stavano attraversando la strada.