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Gaspare Mutolo: "La Mafia è stata completamente decapitata"

Il pentito ha rilasciato una nuova intervista, in cui parla di Matteo Messina Denaro e di Falcone e Borsellino. Con alcune considerazioni sulla Mafia

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Matteo Messina Denaro non sarebbe un vero capo della Mafia siciliana. Almeno per il pentito Gaspare Mutolo, ex uomo d’onore e braccio destro di Totò Riina. Oggi collaboratore di giustizia, l’uomo ha rilasciato una lunga intervista ad Adnkronos, ripercorrendo le tappe cruciali della lotta tra Stato e Cosa Nostra.

“La Mafia è stata completamente decapitata. I capi storici sono stati presi tutti, molti sono morti. E Matteo Messina Denaro è un capomafia solo nel trapanese, e basta. I palermitani non gli permetterebbero mai di guidare Cosa Nostra”.

Nell’intervista all’agenzia, l’ex mafioso fa anche marcia indietro su una dichiarazione del suo libro del 2013, scritto con Anna Vinci, in cui prevedeva una stagione più violenta di quella dei primi anni ’90.

“Non lo penso più. Cosa Nostra ha eseguito alla lettera quello che ha detto Bernardo Provenzano, e ha capito che la violenza non paga, ed è ciò che è accaduto”.

E parla dei boss storici, il pentito Gaspare Mutolo. Svelando alcuni meccanismi territoriali, partendo da alcune constatazioni sulla Mafia degli anni ’80, prima dell’avvento di Totò Riina e dei corleonesi.

“Era diversa. La Mafia palermitana non si assoggetterà mai alla Mafia di Agrigento o di Catania, o Trapani. Possono esserci personaggi importanti, certo, come Settimo Mineo. Nino Rotolo ha la testa più dura di Riina. Io avevo più fiducia nei Lo Piccolo che nei Greco di Ciaculli. Greco era una persona ricca, internamente era un vigliacco. Era il più traditore di tutti”.

Settimo Mineo, considerato l’erede di Riina, è stato arrestato nei mesi scorsi a Palermo. Nino Rotolo si trova invece in carcere, dove sta scontando la pena di 13 anni stabilita nel 2008 dopo il processo con rito abbreviato. Gaspare Mutolo torna a parlare anche della Strage di via D’Amelio.

“Paolo Borsellino fu ucciso perché era un impedimento alla famosa trattativa tra Stato e Mafia che stava nascendo. Avevo una grande ammirazione per Giovanni Falcone. Lui bersagliava i mafiosi e io lo ammiravo. Quando ho deciso di collaborare è perché mi fece molto male la morte delle donne. Ma dopo il mio pentimento ci fu una valanga di collaborazioni con la giustizia”.

E proprio sul tema delle uccisioni di madri e bambini chiude l’intervista, dando la sua personale opinione sulla definizione di Mafia.

“Non c’è mai stata la Seconda Guerra di Mafia. Erano omicidi e basta dei corleonesi. Loro uccidevano donne e bambini. La Mafia era un’altra cosa”.

Chi è Gaspare Mutolo

Gaspare Mutolo è stato l’autista di Totò Riina, e fino al 1991 il suo killer e braccio destro. In seguito alle morti di donne – madri, sorelle e mogli di boss e associati – si sentì tradito da La Belva, decidendo di collaborare con la giustizia.

L’incontro con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino è stato fondamentale per il suo percorso di redenzione. Inseme a Tommaso Buscetta è considerato il pentito più importante nella dura lotta alle mafie.

falcone-borsellino-matteo-messina-denaro-boss-pentito-mutolo Fonte foto: ANSA
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