Roberto Saviano fuori dalla Rai, insorge Michela Murgia. Ma Vittorio Sgarbi difende la decisione
È scontro dopo la cancellazione del programma di Saviano dalla Rai. Michela Murgia e Vittorio Sgarbi su posizioni diametralmente opposte
La cancellazione del programma di Roberto Saviano decisa dal cda Rai ha sollevato molte polemiche. La scrittrice Roberta Murgia, in un lungo post su Instagram, ha espresso tutto il suo sdegno per la decisione e non ha risparmiato critiche ai vertici della televisione pubblica.
Lo sfogo di Michela Murgia dopo l’esclusione di Saviano
“Che schifo stiamo vedendo?”, esordisce Murgia, che evidenzia come il programma “Insider, faccia a faccia con il crimine” sia stato già completato mesi fa.
“Non si parla di una nuova trasmissione, che ovviamente nessuno era così ingenuo da pensare che avrebbero mai dato a Saviano col nuovo corso fascista in Rai, ma della censura diretta di 4 puntate di una trasmissione antimafia già girata mesi fa a spese dell’azienda”, commenta la scrittrice.
Il paragone con l’esclusione di Filippo Facci
Da qui Michela Murgia interpreta la decisione di togliere il programma a Saviano come un modo del governo per “pareggiare i conti” dopo l’esclusione di Filippo Facci.
Quest’ultimo definito da Michela Murgia come “il picchiatore verbale che ha insultato la ragazza coinvolta nel caso di Leonardo Apache La Russa”. Poi il riferimento della scrittrice a Matteo Salvini, criticato aspramente proprio da Saviano su Twitter: “Come se criticare un ministro che fa leggi che lasciano morire la gente in mare fosse paragonabile a insultare la presunta vittima di uno stupro. Come se Saviano non stesse già rispondendo in tribunale delle sue affermazioni critiche politiche, perseguitato giudizialmente da tre ministri di questo governo”.
“Ma quando ci chiederanno scusa quelli che per anni hanno continuato a dire che eravamo dei fanatici che vedevano pratiche fasciste ovunque? Quando?”, conclude la scrittrice.
Michela Murgia
Le parole di Vittorio Sgarbi su Saviano
Sul tema dell’esclusione di Saviano dalla Rai è intervenuto anche Vittorio Sgarbi: “Se avesse fatto il programma Roberto Saviano, a quel punto doveva farlo anche Filippo Facci. Quindi, come minimo, pari e patta”, ha detto il sottosegretario alla Cultura all’Adnkronos.
“Volete far fare il programma a Saviano? Deve farlo anche Facci – affonda Sgarbi – Come minimo devono essere in par condicio, se non lo fa Facci allora nemmeno Saviano”.
Per il sottosegretario alla Cultura, i due “sono due personaggi, uno di destra e uno di sinistra, che dicono cose sgradevoli, anche se in un caso da querela, come Saviano. Facci ha detto delle cose forse di cattivo gusto, che potevano sembrare sgradevoli, ma non erano un’offesa”.