Rapina Napoli, parla il papà del 16enne ucciso: la ricostruzione
Il padre di Ugo Russo, il 16enne ucciso a Napoli dopo aver tentato una rapina, ha riferito la sua ricostruzione dei fatti
Vincenzo Russo, padre di Ugo, il 16enne ucciso durante un tentativo di rapina ai danni di un carabiniere, ha raccontato all’Ansa il dolore e la rabbia per aver perso il figlio. “Gli ha sparato al petto – ha osservato l’uomo – un proiettile di grosso calibro, che lo ha sbalzato di 3-4 metri, poi, quando era a terra, gli ha sparato ancora, alla testa”.
Rapina Napoli, la ricostruzione del padre di Ugo Russo
L’uomo ha riportato quanto ha appreso in ospedale e dalle testimonianze degli amici di Ugo. “Il carabiniere gli ha sparato da vicino, lo ha preso in petto. Lui è caduto a terra ed il carabiniere gli ha sparato alla testa. Poi ha sparato altri tre colpi al ragazzo che era con Ugo, senza colpirlo”.
Se Ugo fosse ancora vivo quando è arrivato in ospedale, il padre ha risposto di non saperlo. “È rimasto a terra quasi un’ora. In ospedale i medici mi hanno detto che dalla testa era uscita materia cerebrale, allora ho capito che non c’era niente da fare”.
“Ugo era bendato – ha sottolineato l’uomo – ma i ragazzi che erano in ospedale mi hanno detto che gli tamponavano il sangue che usciva da dietro la testa”.
Rapina Napoli, la richiesta della famiglia Russo
La famiglia di Ugo Russo ha chiesto alla Procura di acquisire le immagini delle telecamere di videosorveglianza in zona per ricostruire le dinamiche della morte del minore: “È quello che chiediamo, poter vedere le immagini. Per me – ha chiosato il padre – non è stata un reazione ad una rapina, è stata un’esecuzione da parte di qualcuno che forse credeva di essere Rambo”.
“Non doveva ucciderlo, era già ferito, l’avrebbero arrestato. Adesso vogliamo giustizia”, hanno annunciato all’Ansa la nonna e le due zie di Ugo. Stravolta dal dolore anche la madre del 16enne, che una piccola folla di 50-60 persone ha cercato vanamente di consolare.