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Ponte sullo Stretto di Messina, il governo riattiva la Spa in liquidazione: progetto pronto a ripartire?

Il governo ha riportato in vita la Stretto di Messina Spa posta in liquidazione nel 2013: ecco quanto è costato finora il ponte e quanto serve per costruirlo

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La storia infinita del ponte sullo stretto di Messina è pronta ad arricchirsi di un nuovo capitolo. Nella manovra di bilancio approvata dal Consiglio dei ministri lunedì 21 novembre, infatti, la società pubblica incaricata del progetto è stata riattivata. “Per riavviare il progetto di realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina prevista la riattivazione della società Stretto di Messina Spa attualmente in liquidazione”, si legge nel documento del governo. La società in oggetto, costituita nel 1981, era stata messa in liquidazione nel 2013.

Ponte sullo Stretto di Messina, un cavallo di battaglia del Centrodestra

La decisione ha riaperto polemiche tra chi, storicamente, ha sempre sostenuto la realizzazione dell’opera e chi, al contrario, crede che il Meridione abbia altre priorità. Il ponte sullo Stretto di Messina, negli ultimi anni, è diventato un cavallo di battaglia dei governi di centrodestra.

E non a caso in questa campagna elettorale è stato rilanciato da Silvio Berlusconi e poi sostenuto con forza da Matteo Salvini, neo ministro delle Infrastrutture. Il leader della Lega aveva promesso la ripartenza del progetto e il passaggio della manovra citato sopra va esattamente in quella direzione. Negli ultimi giorni la riattivazione della società è stata accolta con favore da associazioni come la Confcommercio, mentre è stata aspramente criticata, per esempio, dal quotidiano Repubblica.

Breve storia del ponte sullo Stretto di Messina: parte 1

Senza scomodare il ponte di barche costruito dagli antichi romani dopo la prima guerra punica per far passare gli elefanti presi a Cartagine, oppure le idee venute in mente a Roberto d’Altavilla e Carlo Magno, è bene ripercorrere un po’ di storia per capire come siamo arrivati alla riattivazione del progetto. Già dopo l’Unità d’Italia il ministro Zanardelli palesò l’idea di unire Sicilia e Calabria con un ponte.

Idea poi accantonata per il devastante terremoto del 1908 e messa nel cassetto anche da Benito Mussolini per le evidenti difficoltà presentate dal progetto. Pur essendo molto vicine – nel punto più stretto solo 3,3 chilometri – le due sponde si trovano in una zona dal rischio sismico molto elevato. Inoltre, il progetto dovrebbe essere a campata unica perché la profondità delle acque impedisce la costruzione di altri piloni in mare.

Dunque, in caso di costruzione bisognerebbe battere il record del ponte a campata unica più lungo del mondo, attualmente detenuto dai due chilometri del ponte sullo stretto dei Dardanelli, in Turchia.

Ponte sullo Stretto di Messina, il governo riattiva la Spa in liquidazione

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina è stato rilanciato da Matteo Salvini in campagna elettorale

Breve storia del ponte sullo Stretto di Messina: parte 2

Dopo un “timido” concorso internazionale indetto nel 1969, il governo italiano, allora guidato da Forlani, costituisce nel 1981 la Stretto di Messina Spa, società appena riattivata dal governo Meloni. Dopo anni di immobilismo, il progetto viene rispolverato nel 2011 da Berlusconi e nel 2006 vengono firmati gli accordi con Eurolink, consorzio di imprese guidato da Impregilo.

Ma il successivo governo Prodi stoppa i lavori e nel 2013 arriva la messa in liquidazione decisa dal governo Monti. Liquidazione che non è mai stata portata a termine a causa dei contenziosi aperti da alcune imprese con la Stretto di Messina Spa. Eurolink reclama danni per 700 milioni di euro, il colosso americano dell’ingegneria Parsons ne chiede altri 90 e la vicenda giudiziaria, partita nel 2014, è ancora aperta. Queste le ragioni che hanno bloccato la messa in liquidazione della società, che nelle intenzioni del governo Monti si sarebbe dovuta completare nel 2014, entro un anno dalla nomina del liquidatore.

Il contenzioso tra Stretto di Messina Spa e Stato italiano

A sua volta la Stretto di Messina Spa pretende dallo Stato 325 milioni come indennizzo della revoca dei lavori già effettuati: un vero braccio di ferro con il ministero dei Trasporti e con la presidenza del Consiglio che si trascina ormai da anni. Nel frattempo, pur essendo in liquidazione, la Spa continua a costare alla casse pubbliche.

Solo nel 2021 la società attualmente controllata all’81% da Anas (oggi parte di Ferrovie dello Stato), ha speso 214mila euro per i salari del personale distaccato a cui vanno aggiunti i 100mila euro incassati ogni anno dal 2013 dal commissario liquidatore, Vincenzo Fortunato.

Nel corso degli anni la società ha ridotto i suoi costi: nel bilancio 2021 il passivo è stato di 451mila euro contro i 759mila del 2019. Tuttavia, in base alla revisione di Ernst & Young, nell’ultimo bilancio la Spa ha accumulato debiti per 24,8 milioni di euro. Quindi non è escluso che la Stretto di Messina possa chiedere agli azionisti ulteriori versamenti per pagare i debiti accumulati.

Quanto è costato finora il ponte sullo Stretto di Messina

In tanti, nel corso degli anni, si sono cimentati nella difficile impresa di quantificare il costo della Stretto di Messina Spa per le casse pubbliche. Le stime parlano di oltre un miliardo di euro tra studi di fattibilità, progetti mai realizzati ma pagati, penali, consulenze e altri movimenti di denaro oltre a incarichi ben retribuiti.

La Corte dei Conti si è espressa in modo chiaro sul futuro della società incaricata del progetto del ponte sullo stretto, spiegando che “la rapida chiusura della società si impone come necessaria anche per l’estinzione del contenzioso avanzato dalla società nei confronti delle amministrazioni statali”. Un contenzioso che la Corte dei Conti ritiene “contrario ai principi di proporzionalità, razionalità e buon andamento dell’agire amministrativo“. Inoltre, gli stessi giudici contabili hanno ritenuto insufficiente l’abbattimento dei costi degli ultimi anni e hanno sottolineato come l’attività della società sia ormai incentrata sulla “resistenza in giudizio affidata, peraltro, ad avvocati esterni”.

Quanto potrebbe costare realizzare il ponte sullo Stretto di Messina

Ma quanto costerebbe costruire veramente il ponte? Secondo il progetto della Spa servono almeno 3,9 miliardi di euro che sarebbero tutti a carico dello Stato, visto che l’opera non è mai stata inserita tra i progetti finanziabili con i fondi europei del Pnrr poiché verrebbe realizzato dopo il 2026. Per la costruzione, infatti, sono stati stimati almeno dieci anni dall’inizio dei lavori. Costo che, considerando i raccordi stradali necessari e altre varianti al progetto, secondo alcune stime potrebbe arrivare fino a 8,5 miliardi di euro.

ponte-stretto-messina Fonte foto: ANSA
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