Nuova stretta sulle Regioni, il parere controcorrente di Bassetti
L'infettivologo Matteo Bassetti ha offerto il suo punto di vista sulla nuova stretta in arrivo: cosa c'è di giusto e sbagliato
Prima della riunione urgente tra il Comitato tecnico scientifico (Cts) e il ministro della Salute Roberto Speranza per valutare la situazione e la possibilità di adottare nuove misure, il componente della task force Covid-19 della Liguria, Matteo Bassetti, ha offerto il suo parere controcorrente.
“Io non faccio il politico, queste decisioni le prendono i ministri su suggerimento dei sanitari – ha premesso all’Adnkronos -. L’errore però che non va commesso è dare raccomandazioni su base nazionale quando la situazione epidemiologica è diversa da Regione a Regione. Ci sono alcune che obiettivamente sono in difficoltà per l’aumento dei contagi e dei ricoveri, e lì c’è bisogno di una stretta maggiore, altre dove ci sono meno problemi”.
E’ il suggerimento che arriva da Matteo Bassetti, e componente della task force Covid-19 della Liguria, rivolge al Cts tramite l’Adnkronos Salute.
“Secondo me – ha aggiunto il direttore della Clinica malattie del Policlinico San Martino di Genova- va dato spazio a chi gestisce il territorio a livello locale. Le Regioni sono le prime ad avere interesse nel non far aumentare i contati e i ricoveri in ospedale perché poi devono gestire situazioni di emergenza”.
Bassetti si è spiegato con un esempio su La Spezia: “In questa città c’è stato un focolaio e si è deciso di irrigidire le misure e i controlli. Quindi, l’obbliogo della mascherina all’aperto, restrizioni dell’orario dei locali, assembramenti vietati. Un po’ quello che stanno facendo anche in Francia, dove non è che hanno bloccato il Paese ma deciso misure restrittive dove necessario, ad esempio, a Parigi e Marsiglia”.
Bassetti ha voluto ricordare anche la sua “perplessità” sulle riaperture generalizzate di maggio-giugno in tutte le Regioni: “Allora non ero d’accordo con quella misura e oggi non lo sono sulla chiusura totale del Paese. Ora occorre delocalizzare questo tipo di decisioni. C’è una situazione di diffusione del virus molto variegata – ha concluso – quindi è giusto valutare le misure restrittive solo dove servono“.