Natale e Covid, l'allarme del neurologo: "Anziani meglio soli"
Il nuovo Dpcm del 3 dicembre ha stabilito limitazioni che riguardano in modo specifico le festività natalizie, che tutelano soprattutto gli anziani
Il nuovo Dpcm del 3 dicembre ha stabilito una serie di limitazioni che riguardano in modo specifico le festività natalizie. Misure che impongono inevitabilmente una minore libertà di movimento e interazione sociale, soprattutto in tutela delle persone più fragili. Per Rosario Sorrentino, neurologo e divulgatore scientifico, questo è però il miglior modo per tutelare le vite degli anziani.
Il neurologo: “Anziani meglio soli ma vivi”
All’Adnkronos, Sorrentino ha affermato: “I livelli di depressione sono in aumento, specie fra gli anziani, però dobbiamo essere chiari: quest’anno meglio soli, ma vivi“.
Parole dure, per qualcuno, ma che descrivono al meglio i rischi che corrono proprio gli anziani durante le occasioni di ricongiungimento familiare: “Proprio i lunghi pranzi affollati di parenti e amici tipici delle feste sono la situazione ideale per il virus. Dunque in questo Natale di pandemia facciamoci del bene e pensiamo a tutelare i più fragili, ma anche tutti noi”.
Molti anziani sono terrorizzati dal virus, soprattutto dopo i numerosi decessi registrati dagli ultimi bollettini, e proprio per questo Sorrentino ha affermato: “Il miglior regalo che possiamo fare loro è tutelarli. Questo vuol dire limitarsi a riunioni ristrettissime, senza superare i limiti consigliati e rispettando igiene e distanziamento. I nostri nonni rischiano la vita, e non solo loro”.
Covid, le riunioni familiari rischiano di trasformarsi in focolai
Sorrentino ha poi fatto notare che mentre “esistono anche anziani che con un atteggiamento ‘stoico’ insistono per non perdere quello che potrebbe essere l’ultimo Natale con i nipoti, occorre essere consapevoli del fatto che con Covid-19 non rischiano pesanti conseguenze soltanto loro. E che proprio le riunioni in famiglia e con gli amici possono trasformarsi in mini-focolai, con nonni, zii e nipoti contagiati”.
In questo scenario potrebbero subentrare i sensi di colpa per aver contagiato involontariamente qualcuno, per i quali “è dura perdonarsi. Ecco perché, anche dopo i colloqui con i miei pazienti, l’invito è a far prevalere la razionalità sulle emozioni anche in questo Natale in pandemia”.
Nel frattempo, gli esperti si sono interrogati anche sul tema del tampone da effettuare prima di Natale, e se sia una pratica consigliabile oppure no.
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Fonte foto: ANSA