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Le storie dei palestinesi bloccati nella Striscia di Gaza, migliaia di civili in pericolo: "Non c'è piano B"

Più di 180 mila palestinesi sono bloccati nei rifugi delle Nazioni Unite sotto i bombardamenti di Israele nella Striscia di Gaza: la situazione

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Nella Striscia di Gaza ci sono più di 180 mila palestinesi bloccati nei rifugi delle Nazioni Unite sotto i bombardamenti israeliani.

La storia di Sabreen al-Attar

L”Associated Press’ ha raccontato la storia di Sabreen al-Attar, di 27 anni, che sabato 7 ottobre si è messa in fuga dopo aver sentito un razzo dopo l’altro sibilare sul suo terreno agricolo a Beit Lahiya, a sud del confine israeliano. La ragazza, che sapeva per esperienza che la ritorsione israeliana sarebbe stata rapida e severa, ha preso i suoi figli e si è precipitata in uno dei rifugi dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi nella città di Gaza.

Quando fuggo, lo faccio per i miei figli”, ha detto con le mani tremanti. Poi ha aggiunto: “Le loro vite poggiano sulle mie spalle”.

Le Nazioni Unite hanno reso noto che un attacco aereo ha colpito direttamente uno dei suoi rifugi domenica e ha danneggiato altre 5 scuole trasformate in rifugi nella giornata di lunedì. Non si hanno notizie di vittime. A Rimal, al-Attar pensava di essere al sicuro perché in passato non era stata un obiettivo israeliano, a differenza delle città di confine o dei campi profughi densamente popolati (anche se nel 2021 Rimal era stata colpita).

Lunedì 9 le bombe israeliane hanno colpito l’Università islamica di Gaza, i ministeri e i grattacieli di Rimal, facendo saltare anche le finestre del rifugio scelto da al-Attar. “La notte è stata molto, molto difficile. Non abbiamo nessun altro posto dove andare” ha raccontato.

Gli spazi sicuri nella Striscia di Gaza sono in rapida diminuzione. Lì non ci sono rifugi antiaerei civili.

RimalFonte foto: ANSA

Rimal sotto attacco nel 2021.

Il “consiglio” dell’esercito israeliano

Nella giornata di martedì 10 ottobre, il portavoce dell’esercito israeliano, il tenente colonnello Richard Hecht, ha suggerito ai palestinesi di provare a lasciare Gaza attraverso il valico di frontiera con l’Egitto, ma il suggerimento appare poco pratico.

I funzionari di Hamas che operano sul lato di Gaza del valico di Rafah hanno detto martedì che gli abitanti di Gaza che si erano registrati in anticipo potevano entrare in Egitto. Il numero di coloro che sono autorizzati a viaggiare è, però, esiguo e si sono registrati ritardi e attese anche in periodi più tranquilli.

“Non c’è un piano B”

L”Associated Press’ ha anche riportato le parole di Maha Hussaini, di 31 anni, mentre osservava i residenti terrorizzati di Rimal inondare il suo quartiere di Gaza City, più a sud, mentre le bombe iniziavano a cadere anche lì: “Non c’è mai un piano B qui“.

Israele accusa Hamas di mettere in pericolo la popolazione civile di Gaza collocando le armi in aree densamente popolate e di utilizzare i civili come scudi umani.

 

Gaza Fonte foto: ANSA
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