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Fentanyl in Italia trovato in una dose di eroina sequestrata, scatta l'allarme: i rischi secondo l'esperto

Il Fentanyl arriva in Italia, scatta l'allarme: quali sono i rischi per il nostro Paese secondo l'esperto, i legami con Afghanistan, Messico e Cina

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Il Fentanyl è arrivato anche in Italia, ed è subito scattato l’allarme per la cosiddetta “droga degli zombie”, chiamata così per gli effetti che può provocare. Il sistema di allerta nazionale è scattato dopo il sequestro di una dose dell’oppioide, tagliato con eroina, avvenuto a Perugia. In realtà il Fentanyl è all’attenzione delle autorità da tempo anche nel nostro Paese, mentre all’estero – e in particolare negli Stati Uniti – è diventata una vera e propria emergenza, con risvolti anche geopolitici. Quali sono i rischi per l’Italia? L’intervista concessa a Virgilio Notizie da Riccardo Gatti, medico, psichiatra, coordinatore del Tavolo tecnico sulle Dipendenze della Regione Lombardia.

L’allarme Fentanyl negli Stati Uniti

I sequestri in Nord America effettuati dalla Dea, il Dipartimento antidroga, hanno infatti raggiunto livelli record, insieme al numero di vittime.

Solo nel 2022 secondo Centers for Disease Control si sono registrate oltre 100mila morti causate da intossicazione acuta grave da droghe.

fentanylFonte foto: Getty
Del Fentanyl sequestrato in Colombia, nell’agosto 2023

Di queste circa 73 mila erano legate al consumo della potente sostanza stupefacente: da 50 a 100 volte maggiore della morfina e 30-50 volte più dell’eroina.

Secondo gli esperti una dose minima, pari a 2-3 milligrammi, può essere fatale.

L’intreccio con Usa-Cina

Negli Usa il problema è tale che non solo in alcuni Stati, come la California, sono state create apposite squadre di emergenza per fronteggiare l’emergenza (come a San Francisco) e chi spaccia Fentanyl è perseguibile per omicidio, ma il tema è stato anche al centro di bilaterali tra Stati Uniti e Cina.

È accaduto pochi mesi fa, in occasione di una visita del presidente cinese Xi Jinping proprio a San Francisco, ed è successo di nuovo pochi giorni fa quanto il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, si è recato a Pechino.

Il motivo è legato alla produzione ed esportazione illegale della sostanza proprio dal Paese del Dragone.

L’intervista a Riccardo Gatti

Una delle prime volte che si è parlato pubblicamente di Fentanyl è stato in occasione della morte del cantante Prince per overdose da questa sostanza (o da un mix con altre), nel 2016. Oggi si parla di emergenza, soprattutto negli Stati Uniti: perché?

“Per diversi motivi, legati alla diffusione ormai massiccia e illegale questa sostanza Sono cause che coinvolgono diversi paesi, dall’Afghanistan al Messico alla Cina, ma anche l’origine della circolazione del Fentanyl, la facilità di produzione e i bassi costi”.

Iniziamo da qui, dai bassi costi. Perché è economicamente più conveniente?

“Il Fentanyl ha diversi vantaggi, per gli spacciatori: oltre a essere potente come e più di altri oppioidi, come eroina e morfina, costa poco. Non è legato, infatti, ad alcuna coltivazione, perché è una droga sintetica, realizzata in laboratorio. Inoltre, essendo molto potente, ne bastano quantitativi minimi per disporre di molte dosi. Infine è facilmente trasportabile e occultabile. Ma è anche l’origine della diffusione che è singolare”.

Cosa intende dire?

“A differenza di altre droghe, all’origine non c’era alcuna domanda, non aveva neppure un nome particolare in gergo, nessuno cercava il Fentanyl. La sua diffusione è stata voluta, per i motivi appena detti, da parte delle organizzazioni criminali di trafficanti, compresi i narcos messicani. Per questi ha anche un altro ‘vantaggio’: crea dipendenza, quindi una volta iniziato a consumarla, è difficilissimo smettere. Il problema è che la dose di consumo è anche molto vicina all’overdose e questo aumenta i rischi in chi la assume”.

Il Fentanyl, dunque, ha alcune peculiarità proprie rispetto alle altre droghe che si conoscono già. Ce ne sono altre?

“In realtà sì. Non è un prodotto che si compra, seppure attraverso canali illegali, come gli altri. In genere lo si trova in mix insieme ad altre sostanze, come cocaina o eroina, che unite si potenziano l’una con l’altra; oppure si trova nei farmaci contraffatti e qui il rischio di effetti nocivi è ancora maggiore perché potrebbe coinvolgere anche persone ignare, che acquistano magari prodotti online da mercati ‘paralleli’. La diffusione del Fentanyl, infatti, è in parte legata proprio a un problema che in passato ha interessato la vendita di farmaci negli Stati Uniti”.

Cosa era successo?

“Di fronte a un eccesso di prescrizioni ‘facili’ di oppioidi da parte dei medici americani, con un aumento anche di casi di overdose, le autorità avevano posto alcune restrizioni. La conseguenza, però, è che era diventato difficile trovarli in modo legale, dunque è aumentata la commercializzazione clandestina”.

Quali sono i rischi per l’Italia?

“È difficile fare previsioni. Di certo l’allarme è elevato: già lo scorso autunno ne aveva parlato anche il Commissario all’interno dell’Ue, la svedese Ylva Johansson, dopo incontro con i ministri degli Interni dei paesi del Sud America, perché si temevano accordi preliminari tra i cartelli dei produttori di Fentanyl e le organizzazioni criminali che proprio dal Sud America gestiscono le forniture illegali in Europa di droghe come la cocaina”.

Il sequestro recente a Perugia deve far alzare ulteriormente i livelli di allerta?

“Certo è un segnale preoccupante, anche se non è chiaro di che tipo di sostanza si tratti. Si è detto che fosse Fentanyl tagliato con eroina, ma il timore è che si tratti invece di una sostanza ‘nuova’, come un test su un nuovo prodotto da spacciare. In questo caso il rischio è di trovarsi in una situazione analoga a quella del Nord America, dove circolano prodotti che sono dei composti di Fentanyl unito ad altre sostanze. Questo sarebbe ancora più preoccupante”.

Perché?

“Perché il consumo di questi prodotti non è limitato alla classica e vecchia immagine del tossicodipendente, ma sono pensati per tutta la popolazione. Il fatto che si chiami ‘droga degli zombie’ non significa che sia consumata solo in zone degradate. La sua natura stessa di sostanza sintetica, prodotta in laboratorio, porta ad altri ragionamenti. Uno è legato all’Afghanistan, dove i talebani hanno smesso di produrre papavero da oppio. Questo porta a una carenza di prodotto immagazzinato, che quindi va rimpiazzato: da qui l’interesse per l’eroina tagliata con altri prodotti sintetici”.

Qual è l’altro aspetto da considerare?

“L’altro riguarda la situazione geopolitica complicata che si è venuta a creare e che rende più difficile anche il traffico internazionale di stupefacenti dai Paesi produttori. Una sostanza come il Fentanyl, facile da realizzare in laboratorio, semplifica la gestione da parte dei narcotrafficanti. Infine, è utile porsi una domanda: che interesse può esserci a smerciare illegalmente una droga così pericolosa, che miete tante vittime e dunque potenziali consumatori e acquirenti?”

Ma in questo caso non si parla più solo di rischi per la salute, bensì di equilibri geopolitici?

“Esatto e questo è l’aspetto più inquietante. Il discorso si sposta sul piano degli equilibri di forza a livello di potenze globali, come per l’appunto Usa e Cina, che hanno discusso di Fentanyl nei recenti incontri. Cosa c’entra questa sostanza? Perché si è diffusa in Nord America per prima? C’è chi ritiene che possa persino essere una sorta di arma impropria. Il problema, comunque, non è solo la Cina da cui proviene la maggior parte dei precursori del Fentanyl o il Fentanyl stesso: se anche smettesse di produrli potrebbe essere sostituita da altri Paesi, come l’India, che ha grandi capacità di produzione di farmaci e risorse umane capaci di farlo. Quindi il problema non sarebbe più solo la diffusione di una sostanza pericolosa, ma i cambiamenti nel mondo degli stupefacenti (con nuovi tipi di prodotti) e il significato dello spaccio, i motivi per cui le organizzazioni criminali potrebbero avere interessa a uccidere 70mila clienti all’anno”.

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fentanyl-eroina Fonte foto: 123RF
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