Green Pass, presto potremo abolirlo: la previsione di Crisanti
Andrea Crisanti, docente di Microbiologia all'Università di Padova, ha parlato della possibile eliminazione del Green Pass: la previsione sui tempi
Presto potremo fare a meno del Green Pass. Questa la previsione di Andrea Crisanti, direttore di medicina molecolare all’Università di Padova, in un’intervista concessa ai quotidiani veneti del gruppo Gedi. Secondo l’esperto, infatti, staremmo per raggiungere la soglia di vaccinati oltre la quale si potrebbe fare a meno della certificazione verde per evitare nuove ondate di Covid.
Green Pass, presto potremo abolirlo: la previsione di Crisanti
Stando al report del governo sui vaccinati, in Italia (al 14 ottobre) hanno completato il ciclo vaccinale oltre 43,5 milioni di persone: si tratta dell’80,63% della popolazione sopra i 12 anni (435 mila, quasi il 6%, hanno già ricevuto anche la terza dose, quella ‘booster’).
Ebbene, secondo Andrea Crisanti, visto che “siamo all’81% di vaccinati“, mancherebbe poco per poter abolire il Green Pass.
“Suggerisco alle autorità l’abolizione del Green Pass non appena la copertura avrà raggiunto quota 85%“, ha spiegato.
Green Pass, perché potremo abolirlo presto: la spiegazione di Crisanti
Insomma, secondo Crisanti, il Green Pass si potrà abolire al raggiungimento di quota 85% di vaccinati nella popolazione perché “a quel punto la certificazione diventerà regressiva e superflua“.
“Il Green Pass – ha aggiunto – non garantisce un ambiente del tutto sicuro e non è esente da contraddizioni. Il virus, come il vaccino del resto, non sventola bandiere politiche”.
Crisanti ha sottolineato di ritenere “preoccupante la polarizzazione provocata nel Paese dalla pandemia. Servono misure di riconciliazione, ma devono essere credibili, non fantasiose“.
Sull’estensione a 72 ore dell’efficacia dei test rapidi, Crisanti ha concluso dicendo che “già è stata aumentata per legge la copertura temporale del vaccino, evitiamo ulteriori soluzioni antiscientifiche”, e sul ricorso ai test fai-da-te “non è il caso, vista la loro elevatissima variabilità”.