Guerra Ucraina Russia, ultime notizie di oggi: Kiev denuncia due bombe su Kramatorsk con due morti
La guerra in Ucraina è al 388esimo giorno. In diretta tutti i principali aggiornamenti di sabato 18 marzo 2023
La guerra in Ucraina è arrivata al giorno 388. La Corte penale internazionale dell’Aja ha emesso un mandato di arresto internazionale per Vladimir Putin, accusato di crimini di guerra, tra cui la “deportazione illegale verso la Russia di bambini ucraini”. Si tratta di una “decisione storica” secondo Volodymyr Zelensky, che potrebbe cambiare le sorti della guerra.
Il riassunto della giornata
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Zelensky: "Chiunque aiuti la Russia deve essere emarginato"
“Chiunque produca armi per il terrore contro l’Ucraina, chi aiuta la Russia a fomentare l’aggressione, chi sostiene la distruzione del diritto internazionale da parte della Russia, non può che essere emarginato dal mondo”. Lo scrive su Twitter il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky annunciando sanzioni contro russi, siriani e iraniani.
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Kiev segnala bombe a grappolo su Kramatorsk: almeno 2 morti e 5 feriti
Due bombe a grappolo lanciate su Kramatorsk hanno ucciso almeno due persone e ferite altre 5. Lo riferisce ‘Ukrainska Pravda’ citando Pavel Kirilenko, presidente dell’amministrazione del Donetsk. Le sue parole: “Stanno colpendo intenzionalmente la città, cercando di uccidere il maggior numero possibile di civili”.
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Putin in Crimea per l'anniversario dell'annessione
Il presidente russo, Vladimir Putin, è arrivato in Crimea per celebrare il nono anniversario dell’annessione della penisola alla Russia. Lo riporta Interfax, sostenendo che le foto che mostrano Putin mentre passeggia accompagnato dal governatore di Sebastopoli, Mikhail Razvozhayev, tra gli altri funzionari, sono disponibili anche sul canale Telegram del canale televisivo Rossiya 1.
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Usa accusano: in Ucraina usate munizioni cinesi, non è chiaro se fornite da Pechino
Gli Stati Uniti hanno confermato che munizioni cinesi sono state utilizzate nei campi di battaglia in Ucraina e sospettano che siano state sparate dalle forze russe, hanno dichiarato fonti governative alla pubblicazione giapponese Kyodo news. Il governo Usa ha stabilito che le munizioni trovate in Ucraina sono state prodotte in Cina dopo averne analizzato la composizione e altri fattori, hanno dichiarato le fonti, ma non hanno rivelato il tipo di munizioni trovate. Non è ancora chiaro se le munizioni siano state fornite dalla Cina.
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Kiev, manovre nei corridoi del Cremlino per sostituire Putin
L’atmosfera a Mosca si è fatta più cupa dopo la decisione della Corte penale internazionale (Cpi) di emettere un mandato d’arresto per il presidente Vladimir Putin e al Cremlino stanno già cercando un suo successore: tuttavia non è più Putin che lo cerca. Lo ha detto in tv il rappresentante dell’intelligence militare ucraina, Andrey Yusov, come riportano i media nazionali. Yusov ha sottolineato che la cerchia di Putin si sta restringendo, sta diventando sempre più tossica sia per il mondo esterno sia per l’interno del Paese. “Nelle torri del Cremlino, in particolare, cresce l’insoddisfazione per quanto sta accadendo – ha aggiunto -. C’è una crescente consapevolezza delle prospettive, ovvero della catastrofe geopolitica del regime di Putin. E sì, si parla già di trovare un successore a Putin e non è più Putin a cercare un successore”.
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Mosca, sì a proposte su crisi ma niente ultimatum
Mosca è aperta a proposte serie per risolvere la crisi ucraina, ma non accetterà ultimatum: lo ha detto oggi la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, come riporta la Tass. “Abbiamo ripetutamente dichiarato di essere aperti a proposte veramente serie da parte dell’Occidente e dell’Ucraina per trovare una soluzione politica e diplomatica alla crisi, ma non accetteremo il linguaggio degli ultimatum”, ha affermato Zakharova commentando le dichiarazioni del ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba sull’importanza della ‘formula di pace’ proposta dal presidente Volodymyr Zelensky.
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Cpi: Putin si può processare, come nazisti e Milosevic
Il procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Khan ha detto alla Cnn di ritenere che il presidente russo Vladimir Putin possa essere processato per presunti crimini di guerra nonostante Mosca sostenga di non essere soggetta alle decisioni della Corte. Khan ha ricordato i processi storici contro i criminali di guerra nazisti, l’ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic e l’ex leader liberiano Charles Taylor, come esempi di figure apparentemente intoccabili che hanno dovuto affrontare la giustizia: “Erano tutti individui potenti, eppure si sono ritrovati nelle aule di tribunale”, ha affermato.
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Scholz su mandato arresto Putin: "Nessuno è al di sopra legge"
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha accolto con favore il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro il presidente russo Vladimir Putin. “La Corte penale internazionale è l’istituzione giusta per indagare sui crimini di guerra”, ha affermato Scholz durante la sua visita a Tokyo, come riportano i media tedeschi. “Nessuno è al di sopra della legge”, ha affermato Scholz, ricordando che il governo tedesco ha sempre fatto in modo che alla Corte penale internazionale fosse data l’importanza che merita.
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Kiev, uccisi altri 880 soldati russi nella giornata di ieri
Lo stato maggiore ucraino ha riferito che altri 880 soldati russi sono stati uccisi nella giornata di ieri. Con questo dato, sempre secondo le fonti delle forze armate ucraine, sono più di 164.000 i membri del personale di servizio russo che sono stati uccisi dall’inizio della guerra nel febbraio dello scorso anno.
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Forte esplosione a Sebastopoli
Una forte esplosione ha scosso questa mattina Sebastopoli, nella Crimea occupata dai russi. “C’è panico fra la popolazione”, si legge sul canale Telegram del Centro risorse tatare in Crimea, secondo quanto riferisce il sito Ukrinform. Altri canali locali di Telegram riferiscono di esplosioni in vari distretti della città. Ukrinform scrive anche di una esplosione a Perevalne, un villaggio del distretto di Simferopol in Crimea, dove è dispiegata una brigata di difesa costiera della flotta russa del mar Nero.
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Zelensky, liberazione dei territori occupati è all'orizzonte: "Ce la faremo"
“La guerra in Ucraina è uno dei più grandi conflitti armati dalla Seconda Guerra Mondiale. La prima linea del fronte attiva raggiunge i 1.500 km. Le battaglie si svolgono nei campi, nelle foreste, sull’acqua, nel cielo e nelle città. Continuiamo a combattere per la nostra terra natale. La liberazione di tutti i territori occupati è all’orizzonte. E l’Ucraina ce la farà sicuramente”: lo scrive oggi il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sul suo account Telegram.
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Putin firma legge che punisce chi critica anche i mercenari
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha firmato la legge che prevede la responsabilità penale e amministrativa, con pene da cinque a sette anni di carcere, fino a 15 per i casi più “gravi”, per chi compie “azioni pubbliche volte a screditare qualsiasi partecipante all’operazione militare speciale (come Mosca chiama l’invasione dell’Ucraina, ndr), comprese le unità di volontari, organizzazioni o persone che assistono” le forze armate regolari russe. Per quanto riguarda la parte amministrativa, il provvedimento prevede per lo stesso reato multe a persone o enti che possono arrivare fino a 500.000 rubli (circa 6.000 euro). Lo scrive la Tass. Nel caso della “consapevole diffusione di notizie false”, la pena arriva a cinque anni, ma se il reato dovesse avere “gravi conseguenze” e causare la morte di qualcuno o gravi danni, la pena può essere estesa fino a 15 anni di reclusione e a 1,5 milioni di rubli. L’agenzia di stampa russa ricorda che finora il codice penale prevedeva – dopo l’approvazione dell’apposita legge quasi un anno fa – pene fino a un massimo di 15 anni solo per chi screditava le forze armate. Di fatto la censura viene quindi estesa ora anche alle milizie mercenarie che operano sul teatro ucraino, compreso il Gruppo Wagner.
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Joe Biden approva il mandato di arresto, nuova stretta sui cittadini russi in Usa
Vladimir Putin ha chiaramente commesso dei crimini di guerra e il mandato di arresto della Corte penale internazionale nei suoi confronti è giustificato. Ad affermarlo è il presidente americano Joe Biden, annunciando la nuova stretta della sua amministrazione contro i cittadini russi, molti dei quali richiedenti asilo, che saranno espulsi dagli Stati Uniti. Si tratta di una svolta importante dall’inizio della guerra in Ucraina, quando invece Washington aveva optato per la tutela dei dissidenti, evitandone il rimpatrio. Nel mentre i droni statunitensi hanno ripreso a volare sul Mar Nero dopo la collisione tra un ricognitore Mq-9 con un caccia russo.
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Notte di bombardamenti e attacchi: cosa è successo nelle ultime ore
Le forze russe hanno attaccato diverse località in Ucraina. Hanno colpito Bilopillia, Shalyhyne ed Esman con artiglieria, mortai e lanciagranate, con ben 186 attacchi senza vittime o danni, e poi la città di Zaporizhzhia, distruggendo un ristorante e danneggiando alcuni condomini con missili S-300, anche in questo caso senza uccidere o ferire. L’esercito ucraino ha respinto più di 100 attacchi russi nelle direzioni di Limansk, Bakhmut, Avdiivka, Maryinka e Shakhtarsk, con 34 attacchi aerei, di cui 16 con droni kamikaze, e distrutto 11 droni kamikaze su 16 lanciati dai russi, di fabbricazione iraniana del tipo Shahed-136/131.
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Possibile escalation per il nono anniversario dell'annessione della Crimea
Sono passati 9 anni dal 18 marzo 2014, giornata storica per i rapporti tra l’Ucraina e la Russia. In quella data, infatti, un referendum popolare, presumibilmente pilotato, mise fine alla Crisi della Crimea, avvenuta in seguito degli eventi storici che hanno condotto alla guerra attuale. Il mese prima l’esercito russo occupò la penisola ucraina, rovesciando il governo locale. Alle urne il 95,4% dei votanti optò per l’annessione alla Russia. Le Nazioni Unite non hanno mai riconosciuto il referendum e l’annessione stessa, e negli anni sono state emanate diverse sanzioni ai danni di Mosca. Oggi si teme che possa esserci un’escalation per celebrare questa data chiave dei rapporti tra i due Paesi.