Covid, i rischi del pranzo in famiglia: Ilaria Capua fa chiarezza
In merito all'epidemia di coronavirus in Italia, Ilaria Capua ha parlato dei rischi nel contesto familiare dopo la riapertura delle scuole
La virologa Ilaria Capua, ospite in collegamento a DiMartedì, è tornata a parlare dei comportamenti e le precauzioni da adottare in merito all’epidemia di coronavirus. La virologa, in particolare, si è soffermata sulle occasioni in cui maggiormente, o in misura minore, si potrebbe rischiare di contrarre o diffondere il virus, dopo la riapertura delle scuole. “Adesso vi è in atto una dinamica completamente diversa – ha sottolineato l’esperta – quando si va al supermercato si va opportunamente sanificati e protetti”.
Covid, cosa aspettarsi dopo la riapertura delle scuole
Riferendosi invece al contesto familiare, dove esiste la possibilità di contagiare i propri parenti, Capua ha affermato: “Il pranzo della domenica è un pranzo che avviene tra diverse generazioni; questa è una bellissima cosa, ma siccome ieri si sono riaperte le scuole, è ovvio che c’è da aspettarsi una circolazione virale un po’ più vivace nei bambini e nei ragazzi”.
“Quindi il rischio è che questi bambini possano portare a casa l’infezione – ha precisato la virologa – ed infettare delle persone che a volte, purtroppo, fanno la forma grave”.
Giovanni Floris ha quindi osservato: “In Inghilterra mettono il limite di 6 persone al massimo a casa. È vero che abbiamo imparato a difenderci dagli sconosciuti, adesso invece sono le persone care il rischio”.
Covid e pranzo della domenica: il consiglio di Ilaria Capua
“Sì, ci sono alcuni Paesi che hanno messo in atto delle regole – ha replicato Capua – secondo me un po’ discutibili, perché lo sbaglio più grande è credere che ci sia una ricetta magica che possa tenerci protetti da questo virus. Non c’è una ricetta magica“.
“Io vorrei dire che tutti questi sono sacrifici difficili che ognuno di noi deve mettere in atto, dobbiamo cambiare i nostri comportamenti all’interno della famiglia e con le persone che frequentiamo. Devono essere sacrifici utili, pensati; non è che il pranzo della domenica deve scomparire, ma deve esistere in maniera diversa da come esisteva prima”, ha infine concluso la virologa.