Covid, richiamo a 40 giorni per il vaccino Pfizer: ok dall'Ema
L'Ema appoggia la decisione del Cts di allungare l'intervallo tra la prima e la seconda dose del vaccino anti-Covid di Pfizer
“L’intervallo tra la prima e la seconda somministrazione prolungato alla sesta settimana, quindi ai 42 giorni, non inficia minimamente l’efficacia dell’immunizzazione e ci permette di somministrare molte più dosi di vaccino”. Così Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ha motivato ad “Agorà” su RaiTre la decisione e del Comitato tecnico scientifico di ritardare fino a 42 giorni la somministrazione del richiamo del vaccino anti-Covid di Pfizer.
Dall’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, è ora arrivato l’ok alla decisione del Cts. “È importante sottolineare che nei test clinici” la somministrazione della seconda dose di Pfizer “era prevista fino a 42 giorni”, ha detto all’Ansa Marco Cavaleri dell’Ema.
“Queste informazioni – ha aggiunto – sono nel bugiardino del vaccino. Quindi non è una deviazione rispetto alla raccomandazione superare i 21 giorni estendendo a cinque settimane-40 giorni. Se si superassero i 42 giorni, allora sarebbe una deviazione”.
Richiamo a 40 giorni, cosa dice Pfizer
Di diverso parere Pfizer. “Il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni. Dati su di un più lungo range di somministrazione al momento non ne abbiamo se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto in Uk”, ha detto ieri a Sky Tg24 Valeria Marino, direttore medico di Pfizer Italia.
“È una valutazione del Cts che ha delle sue basi, osserveremo quello che succede. Come Pfizer dico però di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici, quindi la somministrazione a 21 giorni, perché questo garantisce i risultati che hanno permesso l’autorizzazione”.
All’azienda farmaceutica Locatelli ha replicato così: “Capisco che chi lavora nell’industria abbia atteggiamenti molto protettivi rispetto agli studi condotti e questi studi riguardavano principalmente un intervallo di 21 giorni, ma studi della vita reale che si sono andati ad accumulare hanno esattamente indicato quel che dicevo prima e affermazioni come quelle che abbiamo sentito ieri rischiano solo di creare sconcerto e credo che sarebbero auspicabilmente evitabili”.
L’azienda ha ulteriormente replicato: “Per noi non è in discussione il piano vaccinale, l’azienda si limita a riportare quanto emerso dagli studi registrativi. Le raccomandazioni sui regimi di dosaggio alternativi sono di competenza delle autorità sanitarie e possono includere raccomandazioni dovute a principi di salute pubblica”.
“Rimaniamo impegnati – scrive in una nota Pfizer – nel nostro dialogo continuo con le autorità sanitarie e i governi, e nei nostri continui sforzi di condivisione dei dati per contribuire a informare qualsiasi decisione di salute pubblica volta a sconfiggere questa devastante pandemia”.