Covid, con gli incendi cambia qualcosa: nuova scoperta
Un nuovo studio ha messo in relazione gli incendi con l'aumento di casi di coronavirus: qual è il nesso secondo i ricercatori
Scoperto un nesso tra gli incendi selvaggi che stanno scoppiando in diverse parti del mondo, Italia compresa, e l’aumento di casi di coronavirus. L’esposizione a livelli elevati di inquinamento da particelle fini trovati nel fumo degli incendi, secondo i ricercatori, può aver portato a migliaia di casi in più di Covid-19 e anche più morti. Lo ha annunciato un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Science Advances”, secondo cui quasi il 20% dei casi di Covid sarebbero attribuibili a livelli elevati di fumo di incendi.
Francesca Dominici, professoressa di biostatistica ad Harvard e principale autrice dello studio, ha dichiarato: “Vediamo che nel complesso” quella tra fumo e Covid “è una combinazione molto pericolosa. È una cosa davvero spaventosa mentre continuiamo ad affrontare questi incendi in tutto il mondo“.
L’inquinamento atmosferico in generale, come hanno certificato diversi studi, può peggiorare la gravità dei sintomi del Covid e accelerare la diffusione del virus. Per indagare la connessione tra fumo e Covid, i ricercatori della Harvard T.H. Chan School of Public Health e la Harvard School of Engineering and Applied Sciences hanno analizzato i dati di 92 contee in California, Oregon e Washington dove si sono verificati incendi tra marzo e dicembre dello scorso anno.
Partendo dai dati di questi Stati e applicando il modello matematico alla situazione attuale, i ricercatori hanno trovato le prove di un “forte legame” tra l’aumento del particolato atmosferico dovuto agli incendi e il rischio di casi e morti di Covid.
“Abbiamo scoperto che, in alcuni territori, la percentuale del numero totale di casi e morti di COVID-19 attribuibile agli alti livelli di PM2.5 era sostanziale”, hanno spiegato gli scienziati.
“Quando ci sono più particelle nell’aria, questi microbi hanno effettivamente una maggiore possibilità di entrare nei polmoni”, ha aggiunto Irva Hertz-Picciotto un epidemiologo ambientale presso l’Università della California. “È plausibile che gli incendi, aumentando massicciamente la quantità di PM2.5 che la gente respira, potrebbero promuovere la trasmissione del virus”.