"Covid-20", la nuova situazione in Italia: l'ipotesi di Le Foche
Per l'immunologo la malattia di oggi è molto diversa da quella iniziale che provocava gravi polmoniti
L’immunologo Francesco Le Foche ha parlato per la prima volta di “Covid-20“: dopo i casi di coronavirus degli ultimi mesi, infatti, secondo l’esperto “oggi vediamo sindromi meno gravi, simil-influenzali con febbricole. Lo potremmo chiamare Covid-20: in Italia è questa la situazione, in altri paesi non è così”.
Intervenuto nel corso di “Tagadà” su La7, Le Foche ha dichiarato: “Non esiste più il Covid per come lo abbiamo conosciuto, quello che vediamo oggi dalla metà di aprile, sono sindromi molto meno gravi simil-influenzali”.
L’esperto ha chiarito così la sua posizione: “Quella sindrome così grave, che porta una persona in rianimazione perché ha una broncopolmonite bilaterale gravissima, non esiste più, non la vediamo più”.
Sulle cause che hanno portato alla nuova sindrome chiamata “Covid-20”, Le Foche ha spiegato: “Noi abbiamo messo in campo il lockdown, la carica virale che infetta le persone è molto inferiore e questo comporta una sintomatologia meno grave”.
“Poi – ha aggiunto – probabilmente ci sono altre concause: una potrebbe essere il fatto che il virus si adatti meglio e non aggredisca la cellula che lo ospita come accadeva mesi fa. Questo adattamento, insieme ad una carica virale molto bassa, riduce” gli effetti.
Sull’ipotesi di una seconda ondata, l’immunologo ha sottolineato: “Nessuno lo sa con certezza. Sappiamo che il virus è in alcune parti del mondo, non sappiamo se possa ripresentarsi nella stagione fredda. È più facile – ha concluso – che avvenga più in là rispetto a settembre-ottobre, magari a novembre-dicembre. Ma non mi aspetterei un virus così virulento”.