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Costa Smeralda, segregato in casa: condannati zia e genitori

Il ragazzino era riuscito a contattare i carabinieri usando un cellulare senza scheda, svelando i maltrattamenti

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Con una telefonata ai carabinieri, nel luglio 2019, un ragazzino oggi 12enne svelò quello che accadeva nella “villetta degli orrori” nelle campagne di Arzachena, in Costa Smeralda. Chiuso a chiave nella sua cameretta, era stato lui stesso a chiedere aiuto ai militari. Oggi, dopo le indagini e il processo in primo grado con rito abbreviato i genitori di 48 e 44 anni, e la zia, di 41, sono stati condannati a otto anni di reclusione.

I genitori e la zia, come riporta Ansa, resteranno ai domiciliari. Merlini e gli altri legali, Marzio Altana per il padre e Alberto Sechi per la madre, attendono le motivazioni per decidere se ricorrere in appello.

Tutti e tre i condannati dovranno riconoscere una provvisionale di 100mila euro alla vittima, che intanto è diventato un ragazzino libero.

La sera in cui il ragazzino è riuscito a chiedere aiuto alle forze dell’ordine genitori dovevano andare a ballare. Come altre volte, l’avevano chiuso a chiave in cameretta, con la maniglia interna della porta smontata e la finestra sigillata.

Gli avevano lasciato un secchio per i bisogni e un cellulare senza scheda, per distrarsi ma senza muoversi. Lui, col telefono abilitato alle sole chiamate d’emergenza, aveva contattato i carabinieri, facendo emergere la storia raccapricciante.

Per mesi, infatti, era stato segregato e maltrattato. Digiuni, botte, punizioni psicologiche e fisiche, docce gelate per punizione. Questo trattamento disumano era stato riservato per rimediare a “problemi educativi” indicati come causa della crisi familiare.

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segregato-arzachena Fonte foto: Ansa
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