Berlusconi attacca la "giustizia politicizzata" e rompe il silenzio elettorale: critiche anche al Quirinale
Il leader di Fi ha parlato all'uscita dal seggio attaccando i giudici per gli arresti dei candidati al Comune di Palermo
Silvio Berlusconi vota per i referendum sulla giustizia e torna all’attacco della magistratura. Mentre a Palermo infuria il caos per le sezioni rimaste chiuse a causa delle diserzioni di oltre 90 presidenti di seggio, da Milano il Cavaliere accusa i giudici sulle tempistiche degli arresti, per scambio elettorale politico mafioso, di due candidati al consiglio comunale del capoluogo siciliano.
Berlusconi attacca la “giustizia politicizzata”: le dichiarazioni fuori dal seggio
“Questi arresti di candidati un giorno o due prima delle elezioni, potevano anche aspettare due giorni dopo. Questa è sempre la storia della giustizia politicizzata che non è morta” ha detto Silvio Berlusconi appena uscito dal suo seggio di via Ruffini, riferendosi alle manette scattate per due candidati del centrodestra alle comunali palermitane, uno dei quali in corsa con Forza Italia.
“Potevamo fare un passo avanti con questi referendum”, è stato il suo commento.
Secondo il leader di Fi i quesiti referendari sono “stati boicottati con il voto un giorno solo e col silenzio assoluto su molti giornali e sulla televisione di Stato, ma tanto col voto un giorno solo non saremmo arrivati a superare il 50%. E quindi c’è una precisa volontà di mantenere le cose come stanno”.
Dopo le dichiarazioni Silvio Berlusconi ha fatto una passeggiata nella piazzetta di Santa Maria delle Grazie, a pochi metri dalla scuola dove ha votato, insieme ad alcuni giovani militanti ed esponenti del partito con i quali si è seduto ai tavoli all’aperto di un bar.
Berlusconi sul viaggio di Salvini a Mosca
È un Berlusconi a tutto campo quello che ha parlato fuori dal suo seggio a Milano. L’ex Presidente del Consiglio non si è limitato a commentare le votazioni in corso, ma è tornato anche sulle polemiche per il viaggio a Mosca dell’alleato Matteo Salvini.
“Mi sembra che sia una polemica del tutto inutile e senza senso. Come tante cose che fanno addosso a noi che sono senza senso” ha detto Berlusconi.
“L’ambasciata russa era intervenuta perché c’erano somme in più da pagare. Comunque quando Salvini lo ha saputo ha restituito i soldi. Quindi il caso non esiste” ha aggiunto il leader di FI difendendo il segretario della Lega.
Berlusconi e le critiche al Quirinale sull’Ucraina
Sulla gestione della crisi ucraina, Berlusconi non ha risparmiato critiche al Quirinale: “Voglio dire davvero cosa ho pensato. Se fossi stato presidente della Repubblica avrei potuto andare e ripetere con Putin quello che ho fatto nel 2008“, riferendosi alla guerra tra Russia e Georgia.
“Lo tenni al telefono cinque ore e gli dissi ‘sappi che se domani mattina invadi la Georgia divorzi dall’Unione Europea, dalla Nato e dagli Usa’ – ha detto Berlusconi -. Alle 10 di mattina arrivò l’ordine da Mosca alla truppa di ritirarsi”.