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A Quarto Grado si parla della strage di Altavilla Milicia, la madre di Antonella Salamone accusa i palermitani

Rosalia Licata accusa la coppia di palermitani che a suo dire avrebbe manipolato il genero Giovanni Barreca e che avrebbe avuto un ruolo nella strage di Altavilla Milicia

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A Quarto Grado su Rete 4 si torna a parlare della strage familiare di Altavilla Milicia, nella quale al culmine di un presunto esorcismo Giovanni Barreca, insieme alla figlia e a due palermitani, avrebbe sterminato il resto della sua famiglia: la moglie Antonella Salamone e due figli. La trasmissione condotta da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero ha mandato in onda un’intervista ai genitori di Antonella Salamone.

L’ultimo telefonata fra Antonella e la madre

I genitori di Antonella, Rosalia Licata e Angelo Salamone, raccontano a Quarto Grado l’ultimo contatto telefonico avvenuto con la figlia domenica 4 febbraio. La scoperta del massacro di Altavilla Milicia è avvenuta l’11 febbraio.

I coniugi Salamone-Licata avevano frequenti contatti telefonici con la figlia. Non si spiegano dunque il perché di un silenzio lungo diversi giorni. Questo il racconto della madre:

L’ho sentita domenica 4 Febbraio. Da lunedì silenzio totale. Ma è impossibile che Antonella non mi abbia chiamato. Qualcuno deve averle tolto il cellulare.

Questo il racconto del padre:

L’ultima volta che le ho parlato erano le 23:00 del 4 febbraio. La videochiamata mi è sembrata un po’ strana perché era come se mia figlia avesse qualcuno davanti che le diceva di stare zitta.

I gruppi di preghiera

La signora Rosalia Licata, madre di Antonella Salamone e nonna delle due piccole vittime accusa i due palermitani, Sabrina Fina e Massimo Carandente, di avere manipolato Giovanni Barreca.

Secondo la donna, dietro alla presunta manipolazione operata dalla coppia sulla famiglia Barreca ci sarebbero stati interessi materiali:

Frequentavano quei gruppi di preghiera perché si sentivano soli. Io dicevo a mia figlia che non ero d’accordo sul fatto che facesse entrare in casa persone che non conosceva e lei talvolta ci restava male. Giovanni era fanatico e questo si sapeva. Quella maledetta coppia ha rovinato la loro famiglia. Giovanni non avrebbe fatto quello che ha fatto se non fosse stato manipolato. Non era un padre esemplare, uno di quelli molto presenti con i bambini: lavorava, tornava a casa e aveva fatto il suo dovere. Però non ha mai fatto mancare nulla alla sua famiglia. Devo anche riconoscere il lato buono di Giovanni, che per noi è stato come un figlio. Tutta la famiglia è stata manipolata. L’unico che riusciva ad essere un po’ più ribelle è stato mio nipote Kevin: quando si è reso conto della situazione ha cominciato a mandare messaggi ai suoi compagni e un po’ a tutti, meno che ai nonni. […] Mia figlia ha iniziato avere problemi quando loro due si sono intrufolati in casa: le hanno detto che non era una buona madre e non era una buona moglie per me. Hanno architettato tutta questa tragedia per avere la casa.

Giovanni Barreca e l’infermità mentale

Secondo nonna Rosalia Licata, per il genero Giovanni Barreca potrebbe essere giocata la carta della semi-infermità mentale. La donna considera il genero sano di mente e invoca certezza della pena per tutti i presunti colpevoli:

Vogliamo che venga fuori la verità. E vogliamo una pena certa. A lui adesso daranno l’infermità mentale, ma lui è sano. Tutti e tre devono farsi gli anni di galera che gli verranno inflitti. Anzi, quei due (Sabrina Fina e Massimo Carandente, ndr) devono prendere anche di più di Giovanni.

Sostengo alla nipote

La figlia 17enne di Giovanni Barreca e Antonella Salamone inizialmente sembrava essere l’unica superstite della strage. Dopo alcuni giorni è però emerso il suo presunto coinvolgimento.

La ragazzina avrebbe partecipato alle sevizie sui suoi familiari e sarebbe rimasta due giorni in casa con i cadaveri dei congiunti. Nonna Rosalia Licata chiede che la nipote sconti la sua pena, ma al contempo annuncia che non l’abbandonerà mai:

Mi è crollato il mondo addosso. Quando ho saputo che mia nipote era indagata però ho detto no, devo capire. Non posso condannare subito mio nipote, anche se ha sbagliato e deve pagare. E’ sempre mia nipote ed è l’unica cosa che mi rimane di mia figlia. Non ci dimentichiamo che la ragazza è stata due giorni con i cadaveri in casa. Non ci dimentichiamo che la ragazza ha partecipato al massacro. Però l’aiuto glielo darò, l’aiuto le mancherà.

Strage di Altavilla Milicia Fonte foto: Facebook / ANSA
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