Seconda ondata Covid: perché per Zangrillo non ha senso parlarne
Secondo Alberto Zangrillo non ha senso ora parlare del possibile arrivo di una seconda ondata di coronavirus in autunno o in inverno
Alberto Zangrillo, già protagonista nelle scorse ore di un botta e risposta con Massimo Galli sul coronavirus “cambiato”, è tornato a parlare del Covid-19 a ‘L’aria che tira’ su La7. Il direttore delle Unità di anestesia e rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare dell’ospedale San Raffaele di Milano ha dichiarato a proposito di una possibile seconda ondata di coronavirus: “Chiunque si possa permettere di dire che ‘ci sarà una seconda ondata a ottobre o a dicembre’ dice cose che non hanno senso da un punto di vista scientifico. Sarebbe come dire: ‘A Milano a Sant’Ambrogio nevicherà'”.
Zangrillo ha anche detto: “Dobbiamo mantenerci aderenti alle evidenze, che ci dicono che la cosa sta prendendo una piega positiva. Di questo tutti noi dobbiamo essere felici. Dobbiamo continuare a mantenerci prudenti e a osservare ciò che ci viene indicato, ma anche prepararci a rivivere e a riprendere in mano il nostro futuro, soprattutto a livello sanitario. Abbiamo trascurato una serie di patologie che non devono essere trascurate a lungo”.
Zangrillo, che nei giorni scorsi è salito alla ribalta per la sua frase ‘Il coronavirus clinicamente non esiste più‘, ha anche detto: “L’evidenza clinica, non solo nelle terapie intensive ma anche nei pronto soccorso, ci porta a dire che la manifestazione patologica è in via di netto affievolimento“.
Ancora Alberto Zangrillo: “Non c’è più un’evidenza clinica che debba preoccupare”.