Roma, operatrice no vax infetta 27 anziani: "Non sarà licenziata"
Covid, Roma: operatrice no vax innesca un focolaio in un ospizio, ma non sarà licenziata
Asl Roma 4, alcuni infermieri hanno detto no al vaccino. Una scelta che ha avuto conseguenze infelici, vale a dire il focolaio scoppiato all’interno dell’ospizio in cui lavorano quegli stessi operatori no vax che hanno preferito evitare l’inoculazione del siero. La catena di contagi, che ha coinvolto 27 anziani, è stata innescata da un’operatrice socio-sanitaria, che ha contagiato altri 2 colleghi i quali hanno poi infettato i pazienti.
“Avevo provato a convincere i miei operatori socio-sanitari in tutti i modi, ma non ne hanno voluto sapere di fare la puntura”, spiega affranto a Il Messaggero Roberto Agresti, il titolare della Casa di riposo e riabilitazione di via Venezia, a Fiano Romano, comune a 20 chilometri dalla Capitale.
Unica nota positiva della vicenda, per ora, è che nessuno degli anziani contagiati (l’età media della casa di riposo è di 85 anni) ha avuto bisogno di essere traferito d’urgenza all’ospedale, seppur si continua a mantenere un monitoraggio costante della situazione.
I numeri relativi alla vicenda dicono che 24 ospiti su 36 avevano accettato la puntura del siero anti-Covid e che 15 dei vaccinati si sono re-infettati comunque. Niente di strano visto che gli studi scientifici hanno dimostrato che il vaccino fa sì che il virus non evolva e che la malattia diventi grave, non che il contagio non avvenga. A conferma di ciò, il caso dei 15 vaccinati positivi, tutti asintomatici. Altri 12 ospiti invece non hanno fatto l’inoculazione del siero e sono sotto strettissima sorveglianza.
“Io mi sono vaccinato per primo, figuriamoci – spiega Agresti – l’ho fatto proprio per dare l’esempio, per far capire a tutti l’importanza dell’operazione”. Un gesto che però non ha sortito gli effetti sperati: “Succede spesso nelle case di riposo, tanti rifiutano. Per fortuna finora nessuno degli ospiti è stato mandato in ospedale, ma molti hanno più di 80 anni, speriamo che la situazione non evolva… la paura nostra è questa, siamo preoccupati”.
Agresti, sempre a Il Messaggero, esclude l’ipotesi di licenziamento dell’operatrice che ha dato il via alla catena di contagi: “Credo di no, non la licenzierò. Però è dura, il danno lo ricevono in prima battuta i nostri ospiti, poverini, noi pensiamo sempre prima di tutto al loro bene. Se si fossero vaccinati tutti quanti eravamo più tranquilli”.