Riforma Pa, Draghi firma il patto: cosa cambia, parla il premier
Il discorso di Draghi durante la firma del "Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”
Il premier Mario Draghi ha partecipato alla firma del “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”, insieme al ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. “Il buon funzionamento del settore pubblico è al centro del buon funzionamento della società. Se la Pa funziona, la società funziona, e se non funziona la società diventa più fragile e più ingiusta. Questo è sempre vero, con la pandemia è ancora più vero”. Così Draghi nell’intervento nella sala verde di Palazzo Chigi.
“A fronte di questa centralità del settore pubblico se guardiamo la situazione attuale concludiamo che c’è molto da fare”, aggiunge, parlando in particolare dell’età media e della formazione del personale pubblico.
“Nel corso delle consultazioni – spiega il presidente del Consiglio – ho avuto modo di esprimervi quanto io tenga a questo confronto e questo dialogo. La pandemia e il piano di rilancio e resilienza richiedono nuove professionalità e nuove forme di lavoro. Nuove professionalità richiedono investimenti e nuove regole. Questo è quello che oggi stiamo cominciando”.
Un patto di visione che coinvolgerà i sindacati e guarderà alla riapertura e ai rinnovi contrattuali del triennio 2019-21, in particolare, come riporta il Corriere della Sera, con il riconoscimento ai dipendenti pubblici in media di 107 euro in più e con il riconoscimento e la regolamentazione dello smart-working, oltre la fase emergenziale e dentro gli accordi con le sigle.
A breve il governo dovrebbe emanare gli atti di indirizzo all’Aran, Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni, per i rinnovi che interessano 3,2 milioni di dipendenti pubblici, con l’eliminazione dei limiti ai premi di produttività nella Pa, indicati nel 2017. Nei futuri contratti sarà definita una disciplina normativa ed economica del lavoro agile, per conciliare le esigenze di lavoratrici e lavoratori e una maggiore trasparenza nelle condizioni occupazionali.
“Il confronto in sede Aran — si legge nel patto firmato tra le parti — sarà l’occasione per definire le linee di intervento sullo smart working perché si eviti una iper regolamentazione legislativa e vi sia più spazio per la contrattazione di adattare alle esigenze delle diverse funzioni queste nuove forme di lavoro che, laddove ben organizzate, hanno consentito la continuità di importanti servizi pubblici anche durante la fase pandemica”.
Riforma Pa, Brunetta: ” La firma di Draghi segna la volontà di rilancio”
Il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale inaugura una nuova stagione di relazioni sindacali” ha dichiarato il ministro Brunetta, che ha poi informato che venerdì prossimo convocherà “le confederazioni sindacali per avviare il negoziato in tempi brevi”. “Per noi il miglior segno di ripartenza”, chiosa il ministro.
E ancora: “Vogliamo avviare un percorso che investa sulle parti sociali, sull’innovazione. La scelta del presidente Mario Draghi di valorizzare con la sua firma l’accordo di oggi segna la volontà di rilancio”.
La riforma della Pa verrà costruita su quattro pilastri: A come Accesso, B come Buona amministrazione, C come Capitale umano e D come Digitalizzazione. L’obbiettivo è riconoscere la centralità del lavoro pubblico come punto principale per la ripartenza e quindi riconoscere “la dignità e il valore” dei dipendenti pubblici.
Altra necessità che incombe, ha spiegato Brunetta, è la necessità di mutare certi meccanismi della Pa per renderla più veloce e competitiva, a cominciare dalla “semplificazione e dalla digitalizzazione dei processi”.
Sarà dato risalto inoltre alla valorizzazione del personale pubblico in servizio, stabilendo il diritto-dovere soggettivo di ogni pubblico dipendente alla formazione.
“Cambiare subito il sistema di accesso e di reclutamento – ha detto Brunetta – nei prossimi due-tre mesi. Deve cambiare rapidamente altrimenti il sistema non solo è bloccato, è morto. Abbiamo tutte le occasioni per cambiare”.
“Voglio ripristinare – ha concluso il ministro – il turn over e non solo: voglio invertire la tendenza. Se non facciamo questo, i posti di lavoro vacanti aumenteranno sempre più. Dobbiamo far entrare tanti giovani bravi e di qualità. Deve essere un cambio di fase, cambio di paradigma, cambio delle regole”.
Patto Pa, Landini: “Piena condivisione e pieno sostegno della Cgil”.
“La scelta di investire sul lavoro, sull’innovazione del lavoro pubblico, sulla buona occupazione, sulla formazione sull’investimento per un miglior funzionamento di tutto il lavoro pubblico e quindi per migliorare i diritti dei cittadini e favorire il processo di funzionamento della macchina pubblica credo sia un obiettivo molto importante e che sia assolutamente importante il modo e il metodo con cui ci stiamo muovendo”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini alla firma del Patto
“Questo è il momento della responsabilità per tutti, di risolvere i problemi; quando parliamo di Pa parliamo anche di diritto alla salute e alla conoscenza come elementi importantissimi. Questo vuol dire far crescere il Paese e dare un messaggio di speranza e di fiducia. E’ il momento del fare”, ha aggiunto.
“La coesione sociale e la democrazia si rafforzano – ha concluso Landini – se le persone possono attraverso la loro intelligenza e il lavoro vivere dignitosamente, una prospettiva che dobbiamo dare ai giovani, alle donne e al Mezzogiorno. C’è la piena condivisione e il pieno sostegno della Cgil”.