Nuovo Dpcm, Conte si sfoga e spiega le sue vere motivazioni
Il premier Conte ha risposto agli attacchi e alle tensioni scaturite dal Dpcm che ha imposto nuove limitazioni, chiarendo la sua posizione
Quella del 24 ottobre sarà ricordata come la data in cui il premier Conte, per la prima volta dall’inizio del mandato, si è ritrovato assediato su ogni fronte e da tutte le forze, alleate e di opposizione. L’ultimo Dpcm varato per contrastare la diffusione del coronavirus ha infatti innescato reazioni ostili sia nella maggioranza che nelle piazze d’Italia. Ma agli animi in rivolta, il premier ha risposto con due interventi – uno sul Fatto Quotidiano e uno sul Corriere della Sera – in cui ha spiegato le proprie motivazioni.
Conte: “Basta soffiare sul fuoco del malessere sociale”
Sul Fatto Quotidiano il premier ha ribadito la linea del rigore imposta dalle limitazioni: “Quel Dpcm è nato da un lungo confronto tra tutte le forze di maggioranza. Queste misure non sono in discussione. Piuttosto vanno spiegate a una popolazione in sofferenza”.
“Non abbiamo deciso queste chiusure indiscriminatamente”, ha detto Conte, riferendosi alle limitazioni per bar, ristoranti, piscine, cinema e teatri. “Puntiamo a ridurre momenti di incontro e soprattutto l’afflusso nei mezzi di trasporto. Acquistare subito centinaia di nuovi mezzi pubblici è impossibile, per questo andava decongestionato il sistema agendo su scuola e lavoro e altre occasioni di uscita come palestre e piscine”.
L’obiettivo del premier e del governo, dunque, è sempre stato quello di ridurre le situazioni di maggior rischio di contagio: “Uscire la sera per andare al ristorante, cinema o teatro significa prendere mezzi pubblici o taxi, fermarsi prima o dopo in una piazza a bere qualcosa o a incontrarsi con amici abbassando la propria soglia di attenzione e creando assembramenti”.
Conte ha concluso il suo intervento sul Fatto con un appello alle forze politiche: “Ora è il momento della responsabilità. La politica, e questo vale soprattutto per chi è al governo, deve saper dar conto delle proprie scelte ai cittadini, assumersi la responsabilità delle proprie azioni e non soffiare sul fuoco del malessere sociale per qualche percentuale di consenso nei sondaggi”.
Conte: “Misure di sostegno per chi è in difficoltà”
Sulle colonne del Corriere della Sera, il premier Conte ha espresso la difficoltà nell’aver preso la decisione di chiudere teatri, sale concerto e cinema, i cui spettacoli “costituiscono alimento per lo spirito, nutrimento per l’anima” in un momento storico in cui le persone si trovano in forte stress.
Ma le sofferenze sono soprattutto per i lavoratori del mondo dello spettacolo che continuano ad affrontare “enormi difficoltà ormai da molti mesi”. Tuttavia Conte ha assicurato di aver firmato il Dpcm solo dopo aver avuto la certezza di poter approvare in Cdm “un decreto-legge che consentirà di erogare ristori immediati e misure di sostegno”.
“Siamo costretti a fare questi ulteriori sacrifici – ha concluso Conte – ma non intendiamo affatto rinunciare alla bellezza, alla cultura, alla musica, all’arte, al cinema, al teatro. Le assicuro che, con il ministro Franceschini, siamo già al lavoro per far riaccendere al più presto microfoni, riflettori, proiettori, e per assicurare le premesse per un effettivo rilancio di tutte le attività dello spettacolo“.