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Nuova ondata Covid: perché il Portogallo è in emergenza e quali sono i rischi per l'Italia secondo Pregliasco

Boom di contagi in Portogallo, soprattutto a causa della sottovariante BA.5. La situazione italiana secondo l'esperto: quali sono i consigli

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Mentre in Italia il numero di contagi, ma anche di ricoveri e decessi è in continuo calo, in Portogallo si sta vivendo una sesta ondata pandemica da Covid-19. A preoccupare è la diffusione della sottovariante BA.5 della Omicron, in arrivo dall’Africa e che nel Paese è ritenuta la principale causa della nuova impennata di casi. Anche in Germania si monitora con attenzione la situazione, che però rimane sotto controllo. Secondo i dati dell’Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria (UKHSA) relativi all’8 maggio scorso, in Portogallo la BA.5 era responsabile del 18,47% dei nuovi contagi da Sars-CoV-2 (poi cresciuti al 37% il 20 maggio), mentre in Gran Bretagna è ferma all’1,28%, in Francia allo 0,88 e in Danimarca allo 0,41%.

L’opinione del virologo Fabrizio Pregliasco, dell’Università degli Studi di Milano, che a Virgilio Notizie parla dei possibili scenari.

Cosa sappiamo sulla sottovariante BA.5

Secondo le analisi condotte finora, la nuova sottovariante di Omicron, chiamata BA.5 avrebbe almeno due mutazioni che la renderebbero più contagiosa rispetto alle precedenti, in particolare alla BA.2. Per questo gli esperti ritengono che con il virus si dovrà convivere ancora a lungo, nonostante questo sia diventando meno letale per l’uomo: “La nuova sottovariante appare meno cattiva rispetto alle precedenti. Questo ci conferma quanto si prevedeva, cioè che si va verso una convivenza con il virus. Il che non significa che sia sparito o che sparirà, ma che dovremo fare i conti con continue ondate periodiche” spiega Fabrizio Pregliasco.

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Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano

Perché tornano ad aumentare i contagi Covid con la nuova sottovariante?

“Perché la pandemia, appunto, non è finita, nonostante in molti ormai la ritengano un ricordo dei mesi scorsi. Oltre tutto si ripresenta in modo diversificato nel mondo, a seconda dei Paesi, non in maniera analoga ovunque. Questo ci porta a pensare all’autunno, quando è presumibile che il problema si ripresenti, seppure in modo differente rispetto agli ultimi due anni. Io immagino che possa essere come l’onda causata dal lancio di un sasso in uno stagno, non certamente con la stessa pesantezza del passato – spiega il virologo –. Ciononostante, il Covid sarà ancora il protagonista principale della stagione invernale, scalzando ancora una volta il virus influenzale, con onde che man mano negli anni andranno a diminuire di intensità”.

C’è da preoccuparsi per una nuova ondata pandemica anche in Italia?

“Io dico che non bisogna abbassare la guardia e continuare con il monitoraggio e le misure di prevenzione. Per esempio, la mascherina continuerà a dover essere usata, un po’ come gli occhiali da sole. Magari non sempre e non per tutti, ma andrebbe raccomandata almeno per i soggetti fragili e chi li assiste” spiega Pregliasco (qui il suo pensiero sulle sottovarianti), che osserva invece come la si stia usando sempre meno: “Purtroppo sono tutti stufi, ci si abitua al rischio e anche alla morte, come ci stiamo abituando alla guerra”.

Occorrerà ancora vaccinarsi? E quali vaccini: a Rna, modificati in base alle varianti?

“Sicuramente è prevedibile che si procederà a vaccinazioni con sieri pensati sulle ultime varianti, in particolare Omicron. Abbiamo visto che purtroppo neppure la guarigione, che notoriamente protegge maggiormente dal rischio di reinfezione, con il Sars-CoV-2 da garanzie. I vaccini perdono di efficacia nel tempo, ma si sta lavorando a prodotti bivalenti, quindi pensati contro il virus originario di Wuhan e contro Omicron. Si tratta soprattutto di vaccini a m-Rna, ma anche Novavax sta testando un nuovo prodotto: non ha incontrato entusiasmo, ma è molto usato in altri Paesi ed è assolutamente comparabile a un vaccino a m-Rna”, chiarisce il virologo.

Varianti o sottovarianti: cosa cambia nei contagi e nelle misure di prevenzione

In vista proprio dei mesi più freddi, nei quali il virus si sa che avrà condizioni più ‘favorevoli’, è dunque ipotizzabile un ritorno alle mascherine obbligatorie o ad altre restrizioni come quelle già viste in passato? “Credo sia opportuno ipotizzare scenari differenti. È molto difficile, infatti, pensare di pianificare ora ciò che accadrà perché questo virus ha dimostrato di averci già ‘fregato’: ci ha sorpresi, in alcuni casi. Penso, quindi, che serviranno opzioni differenti a seconda delle condizioni, senza escludere a priori qualche possibile restrizione” conclude Pregliasco.

pregliasco Fonte foto: ANSA
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