Genova: indagato l'ad di Autostrade Tomasi. Quali sono le accuse
Il nuovo amministratore delegato di Aspi Roberto Tomasi è indagato a Genova per un'inchiesta sulle barriere antirumore
L’amministratore delegato di Autostrade, Roberto Tomasi, è indagato a Genova in uno dei tanti filoni di inchiesta nati dopo il crollo del ponte Morandi, quello relativo alle barriere antirumore. Lo riporta Repubblica, spiegando che i reati ipotizzati sono attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture.
L’inchiesta era partita in seguito al distacco di alcuni pannelli antirumore sul tratto Rapallo-Sestri Levante della A12, che fortunatamente non aveva provocato incidenti.
Dagli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza di Genova è emerso che le barriere fonoassorbenti non erano a norma ed erano state installate su piloni a rischio distacco in condizioni di forte vento.
Tomasi non è indagato per il suo nuovo ruolo di ad: è al vertice di Autostrade dal gennaio scorso, quando ha sostituito Giovanni Castellucci, indagato per il crollo del ponte Morandi. È finito nel fascicolo dei magistrati genovesi, aperto lo scorso dicembre, in quanto responsabile della progettazione e della installazione dei pannelli fonoassorbenti lungo la rete autostradale italiana.
Tomasi aveva partecipato al Comitato Grandi Opere che aveva deliberato l’acquisto e la messa in opera delle barriere.
Repubblica riporta che l’iscrizione di Tomasi nel registro degli indagati è stata secretata, ma l’avviso di garanzia gli è stato notificato durante l’interrogatorio sostenuto lo scorso gennaio.
Assieme a lui sono indagati Antonino Galatà, ex amministratore delegato di Spea (società gemella di Aspi); Michele Donferri Mitelli, responsabile nazionale delle Manutenzioni di Autostrade; Marco Vezil, responsabile verifiche tecniche di transitabilità di Spea, e Paolo Berti (direttore Operation di Aspi). Manager già indagati nell’inchiesta principale sul crollo del ponte.
Tomasi indagato, la replica di Aspi
L’amministratore delegato di Aspi Roberto Tomasi “non aveva competenza sulle barriere fono-assorbenti” ed “ha già avuto modo di chiarire ampiamente all’Autorità Giudiziaria la propria posizione”. È quanto ha chiarito in una nota Autostrade per l’Italia.
Nell’incontro dello scorso gennaio in Procura, “Tomasi – spiega Aspi – ha chiarito che la sua partecipazione al Comitato Grandi Opere di Aspi avveniva solo con la finalità di presentare alcuni progetti di potenziamento della rete di cui, al tempo, aveva diretta competenza”.
“Di tali progetti – si legge nella nota – non hanno mai fatto parte le barriere fono-assorbenti oggetto di indagine, installate su 60 km su un totale di 3.000 km della rete Aspi, rispetto alle quali Tomasi non ha mai avuto alcuna responsabilità diretta o indiretta”.