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Guerra Ucraina Russia, ultime notizie di oggi. Lavrov era all'oscuro dell'attacco di Putin

La guerra in Ucraina è giunta al 368esimo giorno: tutti i principali aggiornamenti in diretta di domenica 26 febbraio 2023

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato: Aggiornato:

La guerra in Ucraina va avanti da 368 giorni. All’indomani del G20 in India a Bangalore, dagli Stati Uniti rimbalza la notizia di una possibile presa di posizione di Pechino nel conflitto. Secondo quanto rileva la Cbs, infatti, la Cina sarebbe pronta a inviare armi alla Russia, equipaggiamenti definiti “letali”. Intanto prosegue il combattimento, con l’esercito ucraino che ha distrutto la diga di Bakhmut per frenare l’avanzata russa.

Il racconto della giornata

  1. Sergei Lavrov all'oscuro dell'invasione?

    Secondo un articolo pubblicato dal ‘Financial Times’, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov sarebbe stato tenuto all’oscuro dell’attacco di Vladimir Putin del 24 febbraio 2022. Lo zar, infatti, avrebbe scelto di condividere l’inizio dell’operazione militare speciale solamente con pochi eletti senza informare i vertici di Mosca. Lavrov, tra questi, sarebbe stato informato solamente nella notte.

  2. Primo ministro ucraino: "Riconciliazione con la Russia neanche tra 100 anni"

    Il primo ministro ucraino, Denis Shmyhal, ha affermato che “La riconciliazione tra Russia e Ucraina non è possibile nei prossimi 100 anni”. Lo ha dichiarato ai media locali in un’intervista ripresa anche da agenzie russe, aggiungendo che “La Russia deve prima cambiare, essere democratizzata, smilitarizzata e denuclearizzata” perché possa avvenire una riconciliazione e cooperazione. “L’Ucraina non vede alcun compromesso riguardo alla sua integrità territoriale” ha infine ribadito.

  3. Kirill: "Il Donbass è avamposto della Russia"

    Per il patriarca di Mosca Kirill, citato da Ria Novosti, il Donbass oggi è un avamposto della Russia: “È straordinario che la Russia si sia battuta per la protezione degli interessi del Donbass e non abbia permesso l’attuazione dei piani che i nostri avversari avevano –  ha dichiarato, per poi aggiungere – Il Donbass è una parte organica inseparabile della Russia. Mi piacerebbe molto che i giovani del Donbass, i bambini del Donbass capissero che quello che sta succedendo ora è giusto per noi”.

  4. La Casa Bianca avvisa la Cina: "Costi reali se aiuterà Mosca"

    La Casa Bianca lancia un nuovo monito a Pechino: “Questa guerra rappresenta una vera complicazione per Pechino e Pechino dovrà prendere le sue decisioni su come procedere” ha detto il consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, aggiunto però che se fornirà assistenza militare a Mosca, “questo comporterà costi reali per la Cina”. Alla Cnn ha negato minacce dirette, ma “Stiamo spiegando quello che è in gioco e le conseguenze e come le cose potranno evolvere, lo stiamo facendo in modo chiaro e specifico a porte chiuse”.

  5. La Russia ritira la nave portamissili dal Mar Nero

    Stando a quanto riporta Ukrainska Pravda citando la marina ucraina, la Russia avrebbe ritirato dal Mar Nero la nave con missili Kalibr, unica presente da sabato nel bacino. Per le autorità, ora ci sono ancora 7 navi russe in servizio nel Mar Nero, ma nessuna di questa è una portamissili.

  6. Ministro della Difesa tedesco: “Valutare Cina dalle sue azioni”

    Boris Pistorius, ministro della Difesa tedesco, ha invitato a valutare l’operato della Cina “dalle sue azioni non dalle sue parole”. “Quando leggo le notizie, e non so se siano vere, secondo le quali la Cina starebbe pianificando di fornire droni kamikaze alla Russia ed allo stesso tempo sta presentando un piano di pace, io suggerisco di giudicare la Cina dalle sue azioni e non dalle sue parole”, ha detto all’emittente pubblica tedesca Deutschlandfunk in merito al piano di pace presentato dalla Cina.

  7. Zelensky: "La Crimea tornerà all'Ucraina"

    “Nove anni fa iniziava l’aggressione russa in Crimea. Ripristineremo la pace nella Penisola”. Si è espresso così Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, su Telegram. “Quella è la nostra terra, il nostro popolo. Riporteremo la nostra bandiera in ogni angolo dell’Ucraina”, ha aggiunto.

  8. Zelensky, pace non basta, Ucraina si difenderà per 10 anni

    Se anche l’Ucraina dovesse firmare il piu’ stringente dei trattati di pace, il pericolo di un’aggressione da parte della Russia potrebbe ripresentarsi. E’ quindi necessario costruire uno stato ucraino che in futuro sia in grado di difendersi: parola del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in stralci di un’intervista rilasciata ai media ucraini e riportati dal sito presidenziale ucraino.

  9. Pechino potrebbe mandare armi a Mosca

    In un’intervista con CBS News, il direttore della CIA William Burns ha confermato la possibilità che la Cina invii armi alla Russia nella sua guerra contro l’Ucraina. “Siamo certi che la leadership cinese stia valutando la possibilità di fornire equipaggiamenti letali”, ha dichiarato Burns, che ha sottolineato però come la Cina non abbia ancora preso una decisione in tal senso. Le parole del capo della CIA possono essere lette come pressione mediatica su Pechino, all’indomani della presentazione della bozza di piano di pace cinese, ma potrebbe anche rivelare un forte cambiamento rispetto alle passate valutazioni dell’amministrazione Biden. All’inizio del mese, Burns aveva detto agli studenti della Georgetown University che Xi era stato “molto riluttante a fornire alla Russia il tipo di armi letali da usare in Ucraina, a cui i russi sono molto interessati”.

  10. Funzionario russo: Ucraina ha fatto esplodere diga a Bakhmut

    Le truppe ucraine hanno fatto saltare in aria una diga a Bakhmut, in Ucraina orientale, per rallentare l’offensiva russa. Lo riferisce l’agenzia di stampa Ria Novosti che cita un funzionario filorusso. Un tempo “casa” di oltre 70mila civili, la città orientale di Bakhmut conta ora meno di 12mila residenti nella regione. Negli ultimi mesi, la battaglia in città è diventata una delle più feroci della guerra, con i residenti costretti a rifugiarsi nei bunker sotterranei e in condizioni gelide.

  11. G20 India spaccato su guerra. Nessun comunicato finale, oltre a Russia manca condanna Cina

    Il G20 Finanze di Bangalore non è riuscito a trovare una posizione unanime sulla guerra in Ucraina: il summit in India si è concluso senza un comunicato ufficiale. Al suo posto, una sintesi della presidenza indiana che si limita a ribadire la condanna del conflitto russo-ucraino già espressa lo scorso novembre a Bali, sostenuta da “gran parte dei Paesi membri” ma senza l’avvallo, al di là della Russia, anche della Cina. Nella nota di sintesi si definisce comunque “inammissibile” un eventuale “uso delle armi nucleari”, mentre è “essenziale” appoggiare “il diritto internazionale e il sistema multilaterale che salvaguarda pace e stabilità”.

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