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Allarme dopo l'esplosione del gasdotto in Finlandia: cosa sappiamo da Nord Stream agli effetti sul gas

Il Baltic Connector è stato danneggiato nella notte tra il 7 e l'8 ottobre e ancora sono tanti gli interrogativi su quanto sia realmente accaduto

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È ancora avvolto nel mistero il danneggiamento del gasdotto Baltic Connector, il collegamento tra Finlandia ed Estonia di vitale importanza per l’approvvigionamento energetico di Helsinki. Il sospetto di sabotaggio da parte della Russia è elevato, ma mancano le prove per poter puntare il dito. Intanto la Nato si è detta pronta a intervenire nel caso in cui il coinvolgimento di Mosca fosse provato.

Indagini sul danno al gasdotto

Il danneggiamento al gasdotto risale alla notte tra sabato 7 e domenica 8 ottobre, quando l’istituto sismologico norvegese Norsar ha rilevato due esplosioni al largo della costa finlandese nel Mar Baltico. Due esplosioni che hanno provocato delle gravi perdite all’infrastruttura inaugurata nel 2020 che è considerata strategia per la sicurezza e l’approvvigionamento della Finlandia.

Sul caso è stata aperta una indagine volta a fare chiarezza su quanto avvenuto perché, e ciò dovrà essere provato, numerosi sono i sospetti di un sabotaggio e di un possibile coinvolgimento della Russia.

Le accuse alla Russia di Putin

I primi a parlare di un possibile sabotaggio mirato da parte di Mosca erano stati i finlandesi, seguiti poi dalla Nato e dal presidente ucraino Zelensky.

“È probabile che i danni al gasdotto e al cavo di comunicazione siano il risultato di attività esterne”, ha dichiarato il presidente finlandese Sauli Niinisto, dichiarazioni che poi sono state appoggiate anche dal segretario Nato Stoltenberg che ha sottolineato: “Se sarà mostrato che c’è stato un atto ostile contro una infrastruttura della Nato, sarà un fatto molto serio e la risposta sarà forte e determinata“.

Non si tratterebbe infatti del primo attacco mirato e strategico della Russia che, sfruttando l’arrivo dell’inverno, potrebbe aver colpito volontariamente il gasdotto per mettere in difficoltà i Paesi europei.

Cosa sappiamo sul sabotaggio del gasdotto in Finlandia: dal precedente Nord Stream alle conseguenze sul gasFonte foto: ANSA

Le conseguenze sul prezzo del gas

L’incidente al Baltic Connector, infatti, avrà delle conseguenze chiare sul mercato del gas nelle prossime settimane. Dopo la grave perdita al gasdotto, infatti, i prezzi del gas in Europa sono aumentati.

Il benchmark olandese di riferimento ha toccato infatti i 49,75 euro per megawattora (MWh) secondo i dati LSEG, il livello più alto degli ultimi sei mesi. Nelle ore successive la quota è aumentata anche a causa dello scoppio del conflitto in Israele, situazione che fa temere e tremare tutto il mondo.

Secondo Assoutenti tra gasdotto e guerra in Israele ci potrebbero essere ripercussioni notevole, con +199 euro annui a famiglia (contando anche la luce si rischia un +314 euro a nucleo). Inoltre, sempre secondo Assoutent, sul mercato libero le società fornitrici potrebbero reagire modificando le condizioni contrattuali, con rialzi sia per i contratti a prezzo fisso (previo preavviso di 3 mesi ai clienti), sia per quelli a prezzo variabile, per i quali le condizioni economiche sono legate all’andamento dei mercati.

Il precedente al Nord Stream

Ma quello al Baltic Connector non è il primo caso sospetto di gasdotto vittima di sabotaggio. Nel 2022, infatti, era stato il Nord Stream a essere preso di mira, con l’attacco che ancora oggi è avvolto nel mister.

Il gasdotto, che collegava la Russia alla Germania, subì quattro diverse esplosioni che provocarono perdite ingenti all’infrastruttura. In quel caso si pensò subito al coinvolgimento della Russia, ma ancora oggi mancano certezze. A marzo il New York Times ha addirittura ipotizzato che fosse stato un gruppo filo ucraino a danneggiare il Nord Stream, ma ancora oggi non ci sono certezze su chi siano i veri responsabili.

gasdotto-finlandia Fonte foto: iStock
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