Corte dei Conti deferisce Marcello Degni dopo le dichiarazioni sul governo: ha violato il Codice deontologico
Il caso Marcello Degni è stato discusso dalla Corte dei Conti. Pubblicata la decisione: deferimento al collegio per violazione della condotta
L’Associazione magistrati della Corte dei Conti ha deciso il deferimento del consigliere Marcello Degni. La motivazione, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, è la “violazione del codice di condotta” previsto dal Codice deontologico della professione. Nella nota dell’associazione si legge che, in merito alle esternazioni del consigliere Degni, il Codice è chiaro: è previsto il deferimento al collegio dei probiviri.
La decisione della Corte dei Conti
L’Associazione magistrati della Corte dei Conti ha pubblicato una nota nella quale afferma che la vicenda del consigliere Marcello Degni è in fase di analisi. Si legge che in merito alle esternazioni rese a titolo personale dal consigliere – magistrato di nomina governativa – attraverso i social, si è deliberato.
La decisione fa riferimento all’articolo 5 dello statuto e prevede il deferimento al collegio dei probiviri per condotta che viola l’articolo 6 comma 3 del codice deontologico. Nell’articolo è previsto il diritto alla libertà di manifestazione di pensiero, ma i criteri sono quello dell’equilibrio e della misura nelle dichiarazioni di interviste ai giornali e altri mezzi di comunicazione di massa.
Cosa ha detto Degni
Il post accusato e al centro delle polemiche è tornato virale dopo alcuni giorni dalla sua pubblicazione il 30 dicembre 2023. Nel post su X (ex Twitter), il consigliere della Corte dei Conti scriveva:
Occasione persa. C’erano le condizioni per l’ostruzionismo e l’esercizio provvisorio. Potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta manovra blindata e gli abbiamo invece fatto recitare Marinetti.
Nel post taggava anche la segretaria del Partito Democratico e Mario Ricciardi.
Cosa ha risposto nell’intervista
Mentre il centrodestra chiedeva le dimissioni, il consigliere della Corte dei conti ha spiegato su La Stampa le proprie motivazioni. Secondo Marcello Degni quanto scritto è “la scelta giusta” e se le sue affermazioni hanno scatenato un simile polverone e perché hanno colpito nel segno.
Il post incriminato non era rivolto alla maggioranza: “Le mie parole erano uno sprone all’opposizione”, ha detto. Infatti Marcello Degni si aspettava la presentazione di 1.000 emendamenti che avrebbero costretto il governo a decidere il voto di fiducia, un gesto che avrebbe portato a un dibattito e a una maggioranza costretta a rinunciare al cenone per approvare in tempo la legge di Bilancio.