Coronavirus, Gimbe: perché la curva del contagio cala lentamente
L'analisi della Fondazione Gimpe svela le ragioni per cui la curva epidemica italiana scende diversamente rispetto alla Cina
Perché la curva dei contagi del nuovo coronavirus sta scendendo così lentamente in Italia? Secondo l’analisi di Nino Cartabellotta, della Fondazione Gimbe, che si occupa di ricerca in area medica e scientifica, ci sarebbero tre motivazioni fondamentali. Ovvero l’aumento del numero dei tamponi, una gestione non ottimale dei casi positivi che si trovano in isolamento domiciliare e il lockdown eseguito solo in modo parziale.
I Dpcm starebbero comunque funzionando. Si tratta dei decreti del primo marzo, con l’istituzione delle zone rosse, del 9 marzo, nominato ‘Resto a casa’ e del 22 marzo, il ‘Chiudi Italia’.
Sulla base dei provvedimenti introdotti, ha spiegato Nino Cartabellotta all’Ansa, “vediamo che la discesa dei casi è l’effetto delle misure del 9 marzo. Ma l’altopiano della curva”, il cosidetto plateau, “resta piatto, a differenza della Cina, per tutta una serie di fattori”.
“Stiamo recuperando un po’ di polvere che in un primo momento era nascosta sotto al tappeto. Essendo aumentati i tamponi stiamo identificando più casi grazie alla maggiore capacità diagnostica. Ma il blocco non è totale, e potrebbero avere pesato sull’andamento dell’epidemia in Italia anche alcune gestioni all’interno dei luoghi di lavoro“, ha sottolineato.
“Resta il buon risultato dell’alleggerimento della pressione dei casi sulle terapie intensive e anche se non conosciamo perfettamente il grado di aderenza alla misure di distanziamento imposte, resta l’importanza della loro applicazione”, ha concluso il medico ai microfoni dell’Ansa.