Arrestata in Russia Marina Ovsyannikova, la reporter del cartello "No alla guerra": gli ultimi sviluppi
Prima il blitz in tv con un cartello no-war, poi la protesta di fronte al Cremlino, infine l'arresto. Com'è andata a finire per Marina Ovsyannikova
Era comparsa in diretta con un cartello contro la guerra, facendosi notare per il grande coraggio di fronte all’intera redazione di Primo Canale e a tutto il mondo. Ora Marina Ovsyannikova, la giornalista anti-Putin, è stata arrestata dalla polizia russa.
- Marina Ovsyannikova è stata arrestata
- L'ultima protesta contro il Cremlino
- Il rilascio e le accuse di ambiguità
Marina Ovsyannikova è stata arrestata
Come si evince dal canale Telegram ufficiale, Marina Ovsyannikova è stata arrestata. La notizia è stata data dal suo entourage e dal suo avvocato con queste parole: “Marina è stata arrestata. Non ci sono informazioni su dove si trovi“.
In tanti si sono chiesti dove fosse la giornalista, già nota alle cronache mondiali per le sue posizioni contro la guerra in Ucraina. A dare la notizia, tuttavia, è stata anche la stessa Ovsyannikova sul suo profilo Facebook: “Sono andata a fare una passeggiata con i miei cani, ma appena uscita dal cancello di casa delle persone in uniforme si sono avvicinate a me”.
Marina Ovsyannikova, la reporter anti-war russa
Quindi: “Ora sono seduta al ministero degli affari Interni di Krasnoselsky”. La giornalista ha dunque confermato il suo arresto.
L’ultima protesta contro il Cremlino
Negli ultimi giorni Marina Ovsyannikova aveva alzato il tiro e si era presentata da sola di fronte al Cremlino nella giornata di venerdì 15 luglio. La reporter aveva esibito un cartello con la scritta: “Putin è un assassino e i suoi soldati sono dei fascisti. Hanno ammazzato 352 bambini”.
Secondo le prime indiscrezioni sarebbe stato proprio questo il motivo dell’arresto. In questi giorni la reporter era tornata a Mosca per seguire la causa di affidamento dei figli dopo la separazione dal marito Igor Ovsyannikov, regista dell’emittente russa RT.
Il rilascio e le accuse di ambiguità
Da quando si è esposta su Primo Canale con quel cartello di protesta contro la guerra, su Marina Ovsyannikova è arrivata la teoria del complotto secondo la quale la giornalista sarebbe una pedina usata dal governo russo per propaganda.
Dopo la protesta in diretta televisiva, infatti, la reporter era stata arrestata e rilasciata subito dopo.
Anche in questa occasione, infatti, Marina Ovsyannikova è stata rilasciata dopo poche ore come lei stessa ha scritto sui social poco dopo: “Sono a casa. Va tutto bene. Però ora so che è sempre meglio portare una valigia e un passaporto se si esce di casa”.
Sono in molti, quindi, a credere che la giornalista serva in qualche modo alla Russia per dimostrare che protestare contro il Cremlino sia sempre concesso, considerate le ben due liberazioni verificatesi dopo gli arresti.