Giornalista russa, nuovo messaggio dopo il blitz in tv: mistero risolto, la decisione del tribunale
La giornalista russa del blitz in tv è stata condannata al pagamento di una multa e ha spiegato le ragioni del suo gesto in un nuovo video
Risolto il mistero della scomparsa della giornalista russa che ieri ha protestato con un blitz sulla tv di Stato. Marina Ovsyannikova ha registrato un nuovo video messaggio per spiegare le ragioni che l’hanno spunta lunedì sera a interrompere il telegiornale sul Canale 1 per protestare contro l’invasione dell’Ucraina. Su Telegram, poi, è apparsa in una foto insieme al suo avvocato.
Giornalista russa, la decisione del tribunale: condannata a una multa e rilasciata
La giornalista della televisione russa che era stata fermata per avere mostrato in diretta un cartello contro la guerra in Ucraina è stata condannata a pagare un multa ed è stata rilasciata. Lo fa sapere il tribunale, come riporta Ansa.
Nuovo messaggio della giornalista russa: appello contro la guerra in Ucraina
La donna che ha interrotto il tg di Stato in Russia, oggi è apparsa in un nuovo video per fare un appello accorato contro il conflitto, lei che ha padre ucraino e madre russa.
L’invito rivolto agli altri russi è quello di manifestare contro “la guerra fratricida” voluta da “una sola persona, Vladimir Putin“.
È questo il nuovo messaggio registrato in un video dalla giornalista russa Marina Ovsyannikova per spiegare le ragioni che l’hanno spinta al suo gesto lunedì sera, quando la donna è apparsa alle spalle della conduttrice Yekaterina Andreyeva con un cartello, “fermate la guerra, non credete alla propaganda, qui vi stanno mentendo”.
Il blitz al Tg russo della giornalista Ovsynnikova
“Solo noi abbiamo il potere di fermare questa pazzia, non abbiate paura, non possono arrestarci tutti”, ha detto la giornalista.
Mistero risolto, la giornalista russa non è scomparsa: la foto pubblicata dall’avvocato
Ovsynnikova, dopo il blitz in tv, sembrava scomparsa: si trovava invece nel tribunale di Mosca, ha riferito il suo avvocato, Anton Gashinsky, che ha pubblicato una foto su Telegram.
Ha dovuto rispondere di “organizzazione di un evento pubblico non autorizzato”, un’accusa amministrativa che vale una multa fino a 30.000 rubli (circa 200 euro), un incarico di servizio alla comunità o fino a 10 giorni di carcere. La giornalista quindi non è accusata del reato di pubblicazione di “informazioni false” sull’esercito russo, che prevede una pena massima di 15 anni di carcere.