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Processo Ruby bis, Emilio Fede non sconterà la pena in carcere

Fede dovrà passare dagli arresti domiciliari: "Devo decidere dove". Minetti subito ai servizi sociali

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

La Procura generale di Milano ha deciso che Emilio Fede non dovrà scontare in carcere i 4 anni e 7 mesi per il caso Ruby bis. Secondo quanto riportato dall’Ansa, la decisione è stata presa accogliendo l’istanza di differimento della pena presentata dall’avvocato Salvatore Pino, prevedendo la richiesta di detenzione domiciliare.

La Sorveglianza dovrà poi pronunciarsi nei prossimi giorni sulla richiesta di detenzione domiciliare, in sostituzione al carcere, in virtù del fatto che Emilio Fede ha più di 70 anni (ne ha quasi 88). Inoltre, il reato di favoreggiamento alla prostituzione per cui è stato condannato, prevede che la pena possa essere scontata ai domiciliari.

La condanna per il processo Ruby bis

Dopo la sentenza definitiva del processo Ruby bis, Nicole Minetti potrà chiedere subito l’affidamento in prova ai servizi sociali, mentre Emilio Fede dovrebbe scontare i primi mesi di pena ai domiciliari, per poi presentare analoga richiesta. Lo spiega l’Ansa, che cita “fonti qualificate”, illustrando che la differenza tra i due è nell’entità della condanna, inferiore o superiore ai 4 anni: 2 anni e 10 mesi, per la precisione, per Minetti; 4 anni e 7 mesi per l’ex direttore del Tg4. Fede, dunque, dovrebbe far passare i primi sette mesi per poi arrivare a una entità tale da richiedere una misura alternativa.

Attendibile la testimonianza di Imane Fadil

La speranza dei due sarebbe stata quella di rivedere la condanna emessa dalla Corte d’Appello di Milano nel maggio 2018, che è stata però confermata dalla Cassazione, con una sentenza in linea con quanto sostenuto dal procuratore generale della Cassazione, Pina Casella, che, come riporta il Messaggero, ha definito “ineccepibile” la sentenza d’appello, parlando, nella sua requisitoria, anche di piena “attendibilità” per la testimonianza di Imane Fadil, la modella morta il primo marzo, per cause ancora non chiare, sulla cui sorte la Procura di Milano ha un fascicolo aperto. Le dichiarazioni di Fadil, sostiene il procuratore, sono «pienamente riscontrate da quelle di Chiara Danese e Ambra Battilana, e dalle intercettazioni telefoniche».

Il commento di Emilio Fede

L’edizione milanese di Repubblica riporta invece le dichiarazioni di Emilio Fede alla Adnkronos. Il giornalista conferma: “Devo scegliere dove fare gli arresti domiciliari, se a Roma, a Napoli, a Capri o a Milano”. Sul merito, commenta: “Sono stato condannato perché ho indotto sei ragazze alle prostituzione. Perfetto. Punto e basta. Se qualcuno ci crede va bene. Non commento minimamente. Mi viene da ridere. Chi può credere che io abbia potuto far prostituire delle ragazze con Berlusconi? Alcune di queste ragazze io non le conoscevo neanche”.

emilio-fede-sentenza-ruby-cassazione Fonte foto: ANSA
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