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Putin propone la tregua, scetticismo da Ucraina, Usa e Ue: la pace natalizia "è solo una trappola cinica"

Il presidente russo Vladimir Putin propone una tregua di 36 ore per il Natale ortodosso, ma è aspramente criticato da Ucraina, Usa e Unione Europea

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Mirko Ledda

EDITOR E FACT CHECKER

Scrive sul web da 15 anni, muovendo i primi passi come ghost writer e facendo attività di debunking delle notizie false. Si occupa principalmente di pop economy, con particolare attenzione ai temi legati alla tecnologia e al mondo digitale, all'industria alimentare e alla sanità.

Il leader russo Vladimir Putin ha annunciato una tregua nella guerra in Ucraina, della durata di 36 ore, durante il Natale ortodosso, dal mezzogiorno del 6 gennaio alla mezzanotte del 7. Lo Zar ha dichiarato che il Cremlino è aperto a un “dialogo serio“, ma solo ad alcune condizioni.

Le condizioni di Vladimir Putin per le pace in Ucraina: cosa vuole

Ovvero che l’Ucraina soddisfi le “richieste note” e prenda in considerazione le “nuove realtà territoriali“. Solo così sarà raggiunta la pace.

In pratica Kiev dovrebbe rinunciare al controllo della Crimea, del Donetsk, del Lugansk e delle regioni di Zaporizhzhia e di Kherson.

Si tratta degli oblast’ annessi alla Russia da referendum che non sono mai stati convalidati dalla comunità internazionale e su cui, tra l’altro, Mosca non ha pieno controllo.

La tregua natalizia era stata proposta dal Patriarca di Mosca Cirillo, capo della Chiesa Ortodossa Russa. Su Telegram si vocifera invece che lo stesso Vladimir Putin potrebbe fare visita ai territori occupati durante quella giornata di festa.

Il presidente russo Vladimir Putin.

Scetticismo in Ucraina per la proposta di una tregua di 36 ore

Il presidente ha fatto un appello al suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky per accettare la sospensione delle ostilità, trovando però parecchia diffidenza. La tregua ci sarà, ha risposto Kiev, solo con il ritiro delle truppe russe dal territorio ucraino.

La cessazione temporanea dei combattimenti in vista del Natale ortodosso è “pura ipocrisia“, come ha dichiarato il consigliere presidenziale Mykhail Podolyak, che ha attaccato anche il Patriarca russo, definendolo un “propagandista di guerra“.

Per il governo ucraino quella di Mosca è solo una “trappola cinica” e “non si possono prendere i russi sul serio“, come ha dichiarato Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri.

Oleksii Danilov, segretario del Consiglio di Sicurezza e Difesa, sospetta poi che Mosca si stia preparando a una nuova escalation entro il 24 febbraio 2023, quando sarà passato un anno esatto dall’occupazione dell’Ucraina da parte dei russi.

Usa e Europa contro la tregua di Natale di Vladimir Putin: “Ipocrita”

Scetticismo anche da parte del blocco occidentale. Per Joe Biden la proposta di Vladimir Putin sarebbe solo il suo tentativo di far guadagnare “un po’ di ossigeno” all’esercito, stremato per le continue sconfitte.

Dura la replica dell’Unione Europea, con il presidente del Consiglio Charles Michel che ha scritto su Twitter che “c’è un aggressore, il Cremlino, e una vittima il popolo ucraino”.

“L’unica opzione seria per ripristinare la pace e la sicurezza” nell’area è “il ritiro delle truppe russe”, mentre un cessate il fuoco unilaterale è “falso e ipocrita“, ha sottolineato.

Il numero uno del Consiglio Ue ha paragonato la proposta di Vladimir Putin alle “annessioni illegali e grottesche e i referendum che le accompagnano”.

Turchia lavora per la pace tra Russia e Ucraina: cosa chiedono i due Paesi

Durante il colloquio telefonico con il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, Vladimir Putin ha respinto la richiesta di quest’ultimo di un cessate il fuoco unilaterale per trovare un accordo di pace.

La Turchia continui a proporsi come Paese terzo mediatore tra Russia e Ucraina e i loro alleati, auspicando il rapido raggiungimento di una pace duratura.

Dal canto suo Volodymyr Zelensky, che pure ha avuto un colloquio con il numero uno di Ankara, ha sottolineato le singole questioni ancora da risolvere.

Tra queste l’occupazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, lo scambio di prigionieri e lo sviluppo di un accordo per l’esportazione del grano.

Fonte foto: ANSA

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