Ilaria Salis nella bufera dopo le parole sulle case occupate: "Chi entra prende senza togliere a nessuno"
Nuovo post di Ilaria Salis sulla questione delle case occupate. Tra cifre e stigma sociali, l'eurodeputata divide ancora l'opinione pubblica
Ilaria Salis torna a parlare del tema delle case occupate. Lo fa con un nuovo lungo post sui social in cui riporta i numeri del fenomeno a Milano e risponde alle critiche del centrodestra.
- Ilaria Salis e le case occupate: la fotografia del fenomeno
- Salis difende gli occupanti
- I post precedenti, la casa occupata sui Navigli e il debito con l'Aler
- Le reazioni al post di Ilaria Salis sulle case occupate
Ilaria Salis e le case occupate: la fotografia del fenomeno
Dodicimila case popolari sfitte, diecimila famiglie in lista d’attesa, un quinto delle case non assegnato: sono queste le cifre che cita la neo–eurodeputata di Avs e che danno una fotografia del fenomeno nel solo hinterland milanese.
Salis sottolinea come le case che vengono occupate siano quelle non assegnate, case abbandonate da anni o che si trovano in condizioni fatiscenti.
“L’accusa di sottrarre il posto a una persona in lista d’attesa semplicemente non regge. Chi entra in una casa disabitata prende senza togliere a nessuno, se non al degrado, al racket o ai palazzinari. Affermare il contrario è bassa retorica politica”, scrive.
Salis difende gli occupanti
L’eurodeputata rincara la dose, invitando chi legge le sue parole a mettersi nei panni di chi occupa. “Vivere in una casa occupata non è qualcosa da furbetti. È logorante. Ti fa vivere quotidianamente nella paura che ti vengano a svegliare e ti buttino fuori di casa”, si legge nel suo post.
Salis ribadisce inoltre il concetto per cui nessun occupante vuole essere tale e si debba anzi trovare a convivere con uno stigma sociale, a “essere trattati come criminali per aver cercato di vivere in modo dignitoso”. Elenca inoltre tutti i diritti negati a coloro che si stabiliscono in una dimora della quale non hanno la proprietà.
I post precedenti, la casa occupata sui Navigli e il debito con l’Aler
Già il 21 giugno, Ilaria Salis aveva voluto far luce sull’argomento con un post sui social e aveva anticipato che sarebbe tornata a occuparsene.
La maestra ha rivendicato di aver fatto parte dei movimenti per la casa dopo che Libero e Il Giornale avevano scritto di come la donna avesse occupato abusivamente un alloggio sui Navigli, a Milano, dal 2008 al 2022 e di come avesse accumulato un debito di 90 mila euro con l’Aler, l’ente di edilizia popolare.
E a chi reputa che i suoi messaggi spingano a perpetuare atti illegali, risponde basandosi sul principio che “tutti dobbiamo avere un tetto sulla testa”. Secondo l’eurodeputata esistono determinati momenti in cui un’azione legittima diventa necessaria anche se non è legale. E società sane in cui tali atti oltre la Legge possono spingere la Legge stessa a cambiare.
Le reazioni al post di Ilaria Salis sulle case occupate
Il nuovo intervento dell’eurodeputata sulla questione ha generato consensi sui social, ma anche critiche. Sotto al post citato, compaiono numerosi messaggi che lodano l’impegno della donna. “La Lega che voleva attaccarti con sta storia e invece ha dato solo ragioni in più per votarti”, si legge. O anche “Ilaria, finalmente una voce nel deserto, a far luce sullo scandalo delle case popolari non assegnate. Era ora!”. Da segnalare anche il messaggio del cantante Cosmo che si dice “estasiato” per quanto ha letto.
Non mancano comunque gli attacchi a Salis. “Occupare una casa non propria è un reato”, è tra i messaggi più ricorrenti, ma anche “Se bisogna credere a quello che dici te siamo a posto”.
Da circa una settimana Ilaria Salis è tornata a Monza dopo aver speso gli ultimi 15 mesi in un carcere a Budapest, prima di un breve periodo ai domiciliari. La maestra era stata detenuta per aver partecipato a un’aggressione nei confronti di alcuni militanti di estrema destra.