Ilaria Salis sulla casa occupata a Milano: "Lo confesso". Il debito di 90 mila euro e la frecciata a Sechi
Ilaria Salis parla della casa che avrebbe occupato a Milano e del debito di 90 mila euro, lanciando una frecciata a Mario Sechi
“Sì, lo confesso! Sono stata una militante del movimento di lotta per la casa”. Così Ilaria Salis sui social risponde per la prima volta alle accuse di aver occupato una casa popolare a Milano, ribadendo di voler continuare a sostenere quella causa ora che è stata eletta al Parlamento europeo.
- Ilaria Salis militante del movimento di lotta per la casa
- La frecciata a Mario Sechi
- Il debito di 90 mila euro con Aler
Ilaria Salis militante del movimento di lotta per la casa
Con un lungo post su Instagram, Ilaria Salis affronta per la prima volta la questione dell’appartamento di proprietà dell’Aler, la società che gestisce le case popolari a Milano, che avrebbe occupato abusivamente.
La neo-eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra rivendica di aver fatto parte del movimento di lotta per la casa e risponde alle accuse mosse da Libero Quotidiano diretto da Mario Sechi, che ha dato la notizia.
Ilaria Salis rientrata in Italia dopo oltre un anno in carcere in Ungheria
La frecciata a Mario Sechi
“Se qualcuno pensava di fare chissà quale scoop scavando nel mio passato – scrive Salis – è solo perché è sideralmente lontano dalla realtà sociale di tale movimento, che si compone di decine di migliaia di abitanti delle case popolari e attivisti”.
“I quali per aver affermato il semplice principio di avere un tetto sulla testa, sono incappati in qualche denuncia”, aggiunge.
Secondo l’attivista, “piuttosto che gettare fango sul mio conto”, l’informazione dovrebbe occuparsi del “contesto di grave povertà e precarietà abitativa nel quale si ritrovano ampie fasce di popolazione”.
Il debito di 90 mila euro con Aler
Rientrata da pochi giorni in Italia, Ilaria Salis dice poi di voler far chiarezza sul debito di 90 mila euro che avrebbe nei confronti di Aler.
“Aler – afferma – reclama un credito di 90.000 euro nei miei confronti come ‘indennità’ per la presunta occupazione di una casa in via Giosuè Borsi a Milano, basandosi esclusivamente sul fatto che nel 2008 sono stata trovata al suo interno”.
Sebbene – continua – nei successivi sedici anni (!) non siano mai stati svolti ulteriori controlli per verificare la mia permanenza, né sia mai stato avviato alcun procedimento civile o penale a mio carico rispetto a quella casa, Aler contabilizza tale credito e non si fa scrupolo a renderlo pubblico tramite la stampa il giorno prima delle elezioni“.
La maestra, arrestata in Ungheria nel febbraio 2023 con l’accusa di aver preso parte a un raid contro dei neonazisti, afferma poi che numerose famiglie “sono tormentate da richieste infondate di questo genere. Il totale dei crediti contabilizzati da Aler ammonta infatti ad oltre 176 milioni di euro”.
“La pratica di richiedere esose “indennità di occupazione” agli inquilini, basata su presupposti a dir poco incerti, è una strategia utilizzata sistematicamente per spaventare gli occupanti e tentare di fare cassa”.