Dpcm, perché non lo ha presentato Draghi: parla la sua portavoce
Mario Draghi ha scelto di non presentare in prima persona il nuovo Dpcm, lasciando spazio ad alcuni ministri: il motivo della decisione del premier
Nelle scorse ore Mario Draghi ha firmato il nuovo Dpcm con le misure di contenimento dei contagi da Covid-19. Si tratta del primo decreto del governo da lui guidato, quello nato dalle ceneri del Conte Bis. I provvedimenti saranno validi dal 6 marzo al 6 aprile. Rispetto all’esecutivo precedente il Dpcm non è stato presentato dal presidente del Consiglio, bensì da alcuni ministri, Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e dal presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli. La conferenza stampa dall’esterno di Palazzo Chigi è iniziata con alcuni minuti di ritardo.
Circa la scelta dell’ex numero uno della Bce di non illustrare in prima persona il Dpcm, ha fatto chiarezza la portavoce del premier Paola Ansuini, durante l’incontro con la stampa avvenuto dopo gli interventi dei ministri e degli scienziati.
“Senz’altro la presenza qui dei ministri rappresenta lo spirito con cui il presidente Draghi e il governo operano, uno spirito sostanzialmente di squadra”, ha dichiarato Ansuini.
“Per quanto riguarda la presenza di Draghi in occasioni pubbliche – ha aggiunto -, stiamo studiando un’agenda che soddisferà le vostre legittime domande e ho fiducia che presto ci saranno comunicazioni su questo punto”.
Durante la conferenza stampa il primo ad aver preso parola è stato Roberto Speranza, che ha annunciato la firma del presidente del Consiglio al Dpcm, spiegando che la pandemia continua a essere molto pericolosa e che la variante inglese del coronavirus è diventata prevalente, e vista la sua infettività tra i più giovani il Governo ha deciso di chiudere le scuole di ogni ordine e grado in zona rossa e nei territori dove l’incidenza del coronavirus è più alto.