Coronavirus, il ruolo dei bambini nel contagio: parla Crisanti
Andrea Crisanti ha spiegato qual è il ruolo dei bambini nella diffusione del contagio da coronavirus
Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova, ha spiegato il ruolo dei bambini nella pandemia di coronavirus. In alcune dichiarazioni riportate dal ‘Corriere della Sera’, l’esperto ha spiegato: “I bambini sono molti più resistenti al coronavirus degli adulti. Nel nostro studio a Vo’ Euganeo abbiamo visto bambini che, nonostante l’esposizione al virus, non si sono infettati”.
Ancora Crisanti: “Le ragioni non le sappiamo ma le conclusioni dei nostri studi è chiaro: i bambini sono molto meno suscettibili all’infezione e, se si infettano, si tratta di una infezione transitoria di cui non si rendono nemmeno conto”.
Lo studio a Vo’ Euganeo, epicentro di uno dei primi focolai in Italia, ha analizzato 250 bambini tra 1 e 10 anni. Non è stato trovato un solo positivo, nonostante alcuni avessero convissuto con genitori infetti. L’analisi di 230 ragazzi d’età tra 11 e 18 anni ha invece riscontrato 2 casi di positivi al tampone.
Crisanti, che venerdì ha anche fornito le sue indicazioni sulla riapertura delle scuole, ha inoltre detto: “Per i bambini sotto un anno di età la cosa è diversa perché loro si ammalano. Non si sa perché da un anno in poi sono molto più resistenti ma sotto l’anno si ammalano”.
Una delle ipotesi è che i bambini piccoli hanno un sistema immunitario ancora poco sviluppato.
Coronavirus e bambini: cosa dice l’Oms
Maria Van Kerkhove, a capo del gruppo tecnico dell’Oms per il coronavirus, ha dichiarato a proposito di coronavirus e bambini: “Una delle aree di limitata conoscenza sul Covid-19 è quella dei bambini, che essendo meno colpiti sono anche meno studiati. Ci sono domande senza risposta, per esempio sul loro ruolo nella trasmissione del virus, su quanto si infettino, sul ruolo delle scuole nei contagi. Stiamo raccogliendo dati e dovremo farlo anche quando le scuole riapriranno. Sono in corso anche alcuni studi di sieroprevalenza che includono bambini, che ci diranno l’estensione dell’infezione nei piccoli”.