Chi è Alexander Bortnikov, il possibile successore di Putin in caso di golpe
Alexander Bortnikov potrebbe essere il successore di Putin alla guida della Russia in caso di golpe
Gli 007 ucraini e alcuni analisti ferrati sul mondo russo sostengono che nell’élite dei vertici statali e militari di Mosca “si sta formando un gruppo di persone contrarie a Putin che starebbero considerando la sua fine”. Si parla di golpe e persino di eliminazione dello “Zar”.
C’è addirittura chi si è spinto a ipotizzare tre morti possibili che potrebbero sorprendere Putin: avvelenamento, malattia improvvisa, incidente. Laddove si verificasse un simile scenario, sempre secondo gli esperti, a prendere il posto dell’attuale presidente russo potrebbe essere il direttore del Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa Alexander Bortnikov.
Chi è Alexander Bortnikov: storia e carriera
Aleksandr Vasil’evič Bortnikov è nato a Perm’, il 15 novembre 1951 ed attualmente è un funzionario e generale russo, capo del Servizio federale per la sicurezza. Bortnikov si è laureato all’Istituto degli ingegneri ferroviari di Leningrado nel 1973. Dal 1975 al 2004 ha lavorato per il KGB e le agenzie che lo hanno succeduto nella città di San Pietroburgo.
Dal 2004 al 2008, è stato capo del Servizio di sicurezza economica del FSB e vicedirettore del FSB, venendo promosso a direttore il 12 maggio 2008.
Considerato uno dei siloviki nella cerchia ristretta del presidente Putin (insieme a Igor’ Sečin, Nikolaj Patrušev e Viktor Ivanov), Bortnikov figura tra i membri del consiglio di amministrazione della compagnia statale di navigazione marittima Sovcomflot.
Alexander Bortnikov: controversie e casi spinosi
In un’indagine della rivista russa The New Times pubblicata nel febbraio 2007, citando una fonte del Servizio federale di sicurezza russo, è stato scritto che la leadership dell’FSB era coinvolta nello sviluppo di un piano per uccidere Alexander Litvinenko, e che Alexander Bortnikov, allora capo del dipartimento di sicurezza economica dell’FSB, era stato nominato supervisore dell’operazione.
Alexander Bortnikov, direttore del Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa
Il nome di Bortnikov è anche stato al centro dell’episodio relativo all’omicidio del vice capo della Banca centrale Andrey Kozlov. Nel maggio 2007, è stato riferito che Bortnikov era stato infatti coinvolto in un caso di riciclaggio di denaro e indagato dal ministero dell’Interno su tali vicende.
Il 27 luglio 2015, NovayaGazeta ha divulgato un’indagine giornalistica, in cui Bortnikov, assieme ad altri alti funzionari dell’FSB, sarebbe stato protagonista di un accordo terriero nel distretto di Odintsov a Mosca. Secondo il quotidiano, dopo la vendita di 4,8 ettari di terreno dell’ex asilo dipartimentale sull’autostrada Rublevo-Ospensky, ogni persona che ha preso parte all’operazione ha incassato circa 2,5 milioni di dollari.
NovayaGazeta ha affermato che le indagini pubblicate sono uno dei motivi per cui l’FSB si è offerto di chiudere l’accesso pubblico alle informazioni di Rosreestre sui proprietari della proprietà. Il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov ha dichiarato di non essere a conoscenza di alcuna indagine nell’amministrazione presidenziale in cui avrebbe dovuto essere coinvolto l’FSB.
Nel dicembre 2017, alcuni professori, corrispondenti e accademici dell’Accademia russa delle scienze, tramite una lettera aperta pubblicata dal quotidiano Kommersant, hanno criticato Bortnikov per la sua intervista al caporedattore del quotidiano russo, Vladislav Fronin, in occasione del 100º anniversario della costituzione della Cheka.
In particolare Bortnikov, secondo gli intellettuali, aveva provato a legittimare la Grande Purga stalinista. Nikita Petrov, vice presidente del Consiglio del centro di informazione e educazione scientifica della Memorial Society, ha notato il nichilismo legale di Bortnikov in un’intervista a Novaya Gazeta.