Elezioni: sì all'accordo PD, Verdi e Sinistra Italiana. Letta annuncia anche l'intesa con Luigi Di Maio
Si è chiuso anche l'accordo tra Partito Democratico, Europa Verde e Sinistra Italiana: insieme a Azione di Calenda si presenteranno contro la destra
Nuovo colpo del Partito Democratico in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022: Enrico Letta ha annunciato la chiusura dell’accordo con Europa Verde e Sinistra Italiana. Con loro e Azione di Calenda, Letta punta ad arginare lo strapotere del Centrodestra, certificato per ora dai sondaggi e poco dopo ha annunciato, in una conferenza stampa congiunta, anche l’intesa con Impegno Civico di Luigi Di Maio.
- Trovato l'accordo tra PD, Verdi e Sinistra Italiana
- Le dichiarazioni dopo l'accordo politico
- La sinistra si prepara al voto: in coalizione anche Di Maio
Trovato l’accordo tra PD, Verdi e Sinistra Italiana
Alla fine si è riuscito a trovare un accordo elettorale anche tra PD, Europa Verde e Sinistra Italiana. Non scontato, dopo la prima alleanza annunciata pochi giorni fa tra il partito di Enrico Letta e quello di Carlo Calenda.
Invece, il segretario dem, assieme al portavoce dei Verdi Angelo Bonelli e al segretario di SI Nicola Fratoianni, dal Nazareno hanno annunciato di aver trovato la quadra per la divisione sui collegi uninominali: l’80% andrà al PD, il 20% ai due nuovi alleati.
L’accordo è stato definito da Letta “necessario perché la parte uninominale dell’attuale legge elettorale obbliga a fare accordi elettorali”. Dal PD ritengono che la solitudine in questi frangenti sia penalizzante, come ha dimostrato anche la Destra.
Le dichiarazioni dopo l’accordo politico
L’obiettivo è quello di combattere punto a punto con un Centrodestra che veleggia verso il 50% dei voti. “Il perimetro che stiamo costruendo è complesso – ha detto Letta, senza nascondere che tra i tre gruppi politici ci siano forti differenze – riteniamo che sia importante dire la verità agli italiani. Al contrario di quello che sta facendo la destra, senza fare differenze tra chi sta all’opposizione e chi sta nella maggioranza del governo Draghi”.
L’accordo tra PD, Verdi e SI chiude di fatto la porta in faccia al Movimento 5 Stelle, che potrebbe non trovare più spazio e ritrovarsi così a correre da solo, senza però avere alle spalle lo stesso sostegno del 2018, quando si era imposto come prima formazione politica italiana.
Per Bonelli, l’alleanza è necessaria per senso di responsabilità verso la Costituzione e rispetto “a una destra estrema che la vuole cambiare, guardando al presidenzialismo”. Si tratta di un unione contro la destra estrema anche per Fratoianni, secondo cui i partiti si presenteranno alle elezioni del 25 settembre con “parole chiare, ciascuno con le proprie idee. Ci batteremo per evitare che l’estrema destra prenda il governo del paese“.
La sinistra si prepara al voto: in coalizione anche Di Maio
L’accordo a sinistra è importante, ma potrebbe ancora non rivelarsi decisivo. Secondo gli ultimi sondaggi politici, il Centrodestra avrebbe dalla sua ancora numeri molto forti: guida Fratelli d’Italia con il 23,4% delle preferenze e una Giorgia Meloni sempre più con gli occhi sul ruolo da premier, cui va aggiunto il 13% della Lega e l’8% di Forza Italia. Quota 50% non è affatto lontana.
Per questo, il PD ha aperto un dialogo con il nuovo gruppo lanciato da Luigi Di Maio, uscito dal Movimento 5 Stelle e quindi potenzialmente più vicino alla coalizione di sinistra. Accordo che, nella serata di sabato 6 agosto, è stato annunciato in una conferenza stampa congiunta proprio da Letta e Di Maio. “Sono contento della presentazione della lista Impegno civico che, nelle intenzioni dei promotori, vuole essere un punto di riferimento importante per il mondo civico e i territori, c’è l’interesse di molti sindaci e liste civiche. Abbiamo convenuto una relazione fra noi che è stata identificata nel rapporto 92% a 8%” nei collegi uninominali”, ha detto Enrico Letta.
I numeri di Impegno Civico, sommati a quelli dei nuovi “piccoli” alleati del PD, basteranno a Letta per ribaltare l’esito delle elezioni? La risposta, come sempre, spetterà alle urne.