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Intesa tra Letta e Calenda, trovato l'accordo per le elezioni tra il Partito Democratico e Azione

I leader dei due partiti hanno sottoscritto l'alleanza per il voto di settembre insieme a +Europa e ripartito le candidature

Aggiornato:

Enrico Letta e Carlo Calenda hanno trovato l’accordo in vista delle elezioni del 25 settembre tra i rispettivi partiti Pd e Azione con +Europa. A renderlo noto fonti di Azione riportate da Ansa, mentre è in corso l’incontro tra i due leader e le delegazioni a Montecitorio.

Intesa tra Letta e Calenda, l’annuncio

“Un momento per annunciare che a seguito di un incontro con delegazioni dei due partiti abbiamo siglato una intesa, che riteniamo molto importante, un patto elettorale, all’interno di un accordo più largo con altre componenti a nostro avviso fondamentali per essere vincenti nei confronti della destra”: ha detto così il segretario del Pd, Enrico Letta, in conferenza stampa all’uscita dal vertice.

“Non è immaginabile che il Paese dopo Draghi passi al governo guidato da Giorgia Meloni o delle destre. Dopo Draghi l’Italia ha bisogno di una esperienza di governo che porti avanti programmi che hanno avuto grande successo” ha aggiunto il segretario Pd.

All’incontro durato circa due ore alla Camera hanno partecipato la delegazione dem composta dal segretario Enrico Letta, le capigruppo Simona Malpezzi e Debora Serracchiani con il coordinatore della segreteria Marco Meloni e la federazione Più Europa e Azione, con Carlo Calenda, Matteo Richetti, Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi.

Noi siamo totalmente soddisfatti del testo che abbiamo sottoscritto: perfettamente enunciata l’agenda draghi” ha dichiarato Carlo Calenda.

“Non devono essere due partiti che dicono chissenefrega dei contenuti – ha detto in conferenza. Oggi si riapre totalmente la partita. Non credo per un secondo che gli italiani si lascino sopraffare dalla destra. È una questione di dignità, al di là dei temi economici. Siamo solidi siamo compatti andiamo a vincere queste elezioni: da oggi ogni tipo di discussione non c’è più il pre partita ma la partita. Che vinceremo”.

L’accordo

Nel patto sottoscritto da Enrico Letta, Carlo Calenda e Benedetto Della Vedova viene stabilito che “per quanto riguarda le riforme da completare e/o emendare dopo l’interruzione traumatica del governo, Pd e Azione/+Europa concordano sulla necessità di realizzare integralmente il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel rispetto del cronoprogramma convenuto con l’Unione europea”.

Occorre si legge ancora “improntare le politiche di bilancio alla responsabilità e le politiche fiscali alla progressività, promuovendo al contempo una riforma del Patto di Stabilità e Crescita dell’Unione Europea che non segni un ritorno alla stagione dell’austerità”.

Tra i punti condivisi da Pd, Azione e +Europa si sottolinea la necessità di “non aumentare il carico fiscale complessivo” e correggere “lo strumento del Reddito di Cittadinanza e il ‘Bonus 110%’ in linea con gli intendimenti tracciati dal governo Draghi”. Infine “dare assoluta priorità all’approvazione delle leggi in materia di Diritti civili e Ius scholae”.

Le candidature

Le parti si impegnano a non candidare personalità che possano risultare divisive per i rispettivi elettorati nei collegi uninominali per aumentare le possibilità di vittoria dell’alleanza” è uno dei punti più dibattuti alla vigilia del vertice, fissato adesso nel documento d’intesa.

“Conseguentemente, nei collegi uninominali non saranno candidati i leader delle forze politiche che costituiranno l’alleanza, gli ex parlamentari del M5S (usciti nell’ultima legislatura), gli ex parlamentari di Forza Italia (usciti nell’ultima legislatura)” si legge.

Stando ai termini dell’accordo nel quale si ripartiscono anche le quote per le candidature “la totalità dei candidati nei collegi uninominali della coalizione verrà suddivisa tra Democratici e Progressisti e Azione/+Europa nella misura del 70% (Partito Democratico) e 30% (+Europa/Azione), scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell’alleanza elettorale.”

“Questo rapporto verrà applicato alle diverse fasce di collegi che verranno identificati di comune intesa. Le parti si impegnano a chiedere che il tempo di parola attribuito alla coalizione nelle trasmissioni televisive sia ripartito nelle stesse percentuali applicate ai collegi” si legge ancora.

La reazione di Giuseppe Conte

La notizia sull’accordo tra Enrico Letta e Carlo Calenda è stata commentata su Fb dal leader del M5s, Giuseppe Conte. “Finalmente è finita la telenovela Letta-Calenda: in bocca al lupo alla nuova ammucchiata che va dalla Gelmini dei tagli alla scuola al Pd, passando per Calenda, che non ha mai messo il naso fuori da una Ztl – scrive l’ex premier. Si riconoscono nell’agenda Draghi. Salario minimo legale, lotta all’inquinamento e alla precarietà giovanile saranno fuori dalla loro agenda. Nessun problema, ce ne occuperemo noi”.

 

Sondaggi elezioni politiche: due partiti pagano la caduta del governo Draghi. E uno guadagna per averlo difeso Fonte foto: ANSA
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