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Salvini aveva promesso di abolire il canone Rai in campagna elettorale: ora vuole farlo pagare a più persone

La campagna elettorale di Matteo Salvini, nel 2022, ha battuto molto sull'abolizione del canone Rai: ma ora la Lega sembra averci ripensato

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Una riforma sul canone Rai. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, giovedì 27 luglio, in commissione di Vigilanza, ha annunciato “una pluralità di ipotesi” per rivedere la ‘tassa’ a carico degli italiani. Tra le idee, allargare la platea dei paganti per abbassare l’importo. Come? Facendo versare il canone Rai anche a chi ha una semplice utenza telefonica mobile. Nonostante le promesse di Matteo Salvini durante la campagna elettorale 2022, la Lega sembra non voler abolire il canone nonostante sia effettivamente al Governo. In passato, anche la premier Giorgia Meloni ne aveva invocato l’abolizione.

La riforma del canone Rai annunciata dal ministro Giorgetti

Tra le ipotesi, Giorgetti ha spiegato che una di queste consisterebbe nello scorporare dal pagamento del canone una quota relativa agli investimenti sostenuti dalla Rai, “a sostegno per esempio della capacità trasmissiva”. Attualmente si tratta di “circa 300 milioni di euro all’anno, che verrebbero posti a carico della fiscalità generale, riducendo il canone di abbonamento”.

Nel medio periodo – ha aggiunto il ministro in Vigilanza – va aperta una riflessione sul pagamento del canone, attualmente legato al presunto possesso di una tv. Le nuove modalità di sviluppo e di fruizione, come dimostra RaiPlay, consentono di fruire dei contenuti Rai usando vari device, anche senza televisione.

La Lega Nord si mobilita contro il festival di Sanremo, Roma 18 febbraio 2014. Matteo Salvini, a Roma per le consultazioni, ha improvvisato una sorta di flash mob affacciandosi da un balcone del palazzo dei Beni Spagnoli al Senato, sede del gruppo leghista, con uno striscione con la scritta in verde ”No al Festival dello spr€co di Stato” (la ‘€’ ha la forma dell’ euro). Da un’altra finestra è stato srotolato uno striscione con la scritta ”No al canone Rai”.

Per questo, un’idea è quello di aumentare la platea di chi paga il canone, così da abbassarne l’importo. In che modo? Per esempio, facendolo pagare a chiunque abbia un’utenza telefonica mobile: “Si avrebbe un aumento della platea e quindi una riduzione del costo pro capite del canone. Oggi sono 21 milioni i cittadini che lo pagano, mentre le utenze telefoniche attiva sono 107 milioni“, ha sottolineato Giorgetti.

Ci sarebbe comunque un problema di applicazione relativo al calcolo di utenze per nucleo familiare: “Andrebbe individuato un tetto massimo per evitare il pagamento di una somma più elevata”.

In base al consuntivo 2022 e nell’assestamento 2023, le risorse del canone Rai, ha aggiunto il ministro, “ammontano complessivamente a circa 1,85 miliardi. Sono destinate pressoché integralmente alla Rai, ad eccezione di una quota di 110 milioni annui assegnata al Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione”.

La Lega non abolisce il canone Rai: la giravolta di Salvini dopo la campagna elettorale

Le parole di Giorgetti, di fatto, mettono “una pietra tombale sulle reiterate esternazioni di Salvini in merito all’inutilità del canone e del dovere di eliminarlo entro questa legislatura”, ha puntualmnete sottolineato Dolores Bevilacqua, esponente del M5S in commissione di Vigilanza Rai.

In effetti, il 20 settembre 2022, 5 giorni prima del voto che ha poi consentito a Giorgia Meloni di formare il nuovo Governo dopo la caduta dell’Esecutivo guidato da Mario Draghi, Matteo Salvini aveva dichiarato, a Bari: “Sulla bolletta della luce pesa anche il canone Rai, visto che ci sono tanti Paesi europei in cui il servizio pubblico è garantito anche senza gravare sulle tasche dei cittadini non si capisce perché l’Italia non possa e non debba fare altrettanto. La Rai incassa più di 700 milioni di euro di pubblicità, penso che tagliando qualche spreco e qualche maxi stipendio i conti possano tornare anche senza gravare sulla bolletta della luce degli italiani”.

Pochi giorni prima, a Pontida, il 18 settembre 2022, Salvini aveva sottolineato di voler abolire il canone (lo si può ascoltare nel video in apertura di questo articolo).

Poi, a Torino, altre dichiarazioni, questa volta più esplicite: “Voi con la luce pagate anche il canone Rai. E chi dovete ringraziare? Matteo Renzi. Chi sceglie la Lega sceglie di cancellare il canone Rai. La televisione si paghi da sola”, ha detto a Torino. “Mediaset e La7, le tv pubbliche, non chiedono soldi. La tv si può fare da soli tagliando qualche mega-stipendio”. Anche dopo gli addii dai palinsesti di Fabio Fazio, LuciaAnnunziata, BiancaBerlinguer e Roberto Saviano, però, il canone Rai non sarà abolito.

A due giorni dal voto, Matteo Salvini ritorna sull’argomento in una diretta social: “Spesso Mediaset fa più servizio pubblico della Rai che prende miliardi dalle bollette della luce dei cittadini che già pagano delle bollette carissime”. Per eliminare il canone “puoi alzare il tetto pubblicitario oggi fissato a 700 milioni, puoi incassare più pubblicità e puoi tagliare gli sprechi”.

Una volta al Governo, il leader della Lega continua a battere sul tasto dell’abolizione, ma inizia a parlare di riduzione. Il 14 febbraio 2023, ha premesso che dopo Sanremo “ci sarà da fare una riflessione sul canone, su quello che costa la Rai, su certi superstipendi e sugli agenti esterni. Bisogna togliere il canone Rai dalla bolletta e lavorare per ridurlo, abbassarlo o, come in altri Paesi europei, per eliminarlo”.

Il 25 marzo 2023 il definitivo dietrofront. Nessuna abolizione, Salvini annuncia che sta “ragionando anche con il ministro dell’Economia di come negli anni far pesare meno sul portafoglio degli italiani il canone Rai perché, diciamocela tranquillamente, il servizio pubblico spesso lo fanno le tv locali, le radio locali, i giornali locali”.

Quando Giorgia Meloni voleva abolire il canone Rai

Il 4 agosto 2016, parecchio tempo fa, Giorgia Meloni, all’epoca all’opposizione con Matteo Renzi al Governo, chiedeva di “abolire il cancone, altro che metterlo in bolletta, e Renzi la Rai se la paghi da solo“.

Fonte foto: ANSA
Rivoluzione nei palinsesti Rai da Pino Insegno ed Elisa Isoardi a Francesco Giorgino ed Enrico Ruggeri

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