Roma brucia, un incendio in ogni quartiere: grido d'allarme dei Vigili del Fuoco "sistematicamente ignorato"
Centinaia di incendi nello stesso momento dentro e attorno alla città, e i Vigili del Fuoco faticano a spegnerli tutti per mancanza di uomini e mezzi
Giorni roventi a Roma, e non solo a causa del caldo torrido che sta investendo tutta la Penisola. Le colonne di fumo si alzano in tutta la Capitale, con sterpaglie che vanno a fuoco, incidenti stradali e roghi dolosi di piromani a piede libero.
L’ultimo incendio è divampato in località Casetta Mattei, nella periferia Ovest della città, intorno alle 14 del 1° luglio. Poco tempo prima è stato segnalato anche un incendio a Ostia, tra la Cristoforo Colombo e via del Lido di Castel Porziano.
- La mappa degli incendi a Roma: centinaia in pochi giorni
- Cosa sta provocando così tanti incendi nella Capitale: le cause
- Vigili del Fuoco romani in crisi: "Non ci sono uomini e mezzi"
La mappa degli incendi a Roma: centinaia in pochi giorni
I Carabinieri della stazione di Passoscuro hanno denunciato un 30enne gravemente indiziato di essere l’autore di quattro principi di incendio della macchia mediterranea nella frazione di Palidoro, a Fiumicino.
Nel quartiere romano di Santa Maria del Soccorso una donna è morta nel suo appartamento a causa del fumo che aveva riempito l’abitazione.
Nei giorni scorsi la mappa del fuoco nella Capitale comprende anche la zona Nord Est, con il rogo della Bufalotta, a poca distanza dalle piscine del New Green Hill. E ancora a Sud, a Trigoria.
Non è andato meglio il bilancio di inizio settimana, con l’incendio sulla Aurelia, e decine di roghi accesi in tutta la città. Che sta vivendo momenti drammatici.
Si aggiungono le fiamme che hanno interessato il 30 giugno Guidonia Montecelio, alle porte della città, dove ci sono state delle esplosioni all’interno di una rimessa di camion.
Senza parlare poi del rogo che ha spaventato tutta la Capitale a causa del possibile rilascio di diossina, con le fiamme nella discarica di Malagrotta.
Cosa sta provocando così tanti incendi nella Capitale: le cause
In sole 72 ore, quelle che hanno preceduto il 29 giugno, i Vigili del Fuoco sono stati impegnati con 400 interventi in tutta la città.
La maggior parte riguardavano fiamme divampate nelle sterpaglie, nelle colture e nelle tante aree verdi presenti a Roma. A causarli principalmente la siccità, con alberi ed erba secchi e facilmente infiammabili.
Poi le altissime temperature che hanno superato i 40 gradi e il vento che da giorni soffia sulla Capitale hanno contribuito a far viaggiare il fuoco attraverso i vari quartieri.
Ma all’origine c’è stata spesso la mano dell’uomo, con l’intenzione di regolare il verde di parchi e appezzamenti di terra privati o addirittura di causare danni e disagi.
Non sono pochi i cassonetti andati a fuoco, con la spazzatura deposta in strada che ha rischiato di veicolare le fiamme verso le macchine circostanti e le abitazioni.
Vigili del Fuoco romani in crisi: “Non ci sono uomini e mezzi”
Non aiuta poi una situazione al limite per le forze dell’ordine, con le squadre dei pompieri che lamentano l’impossibilità di agire per tempo e fare fronte a una vera e propria emergenza.
Tant’è che nella Capitale sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco dei comandi de L’Aquila, di Macerata, di Isernia, di Napoli, di Perugia e di Firenze.
Marco Piergallini, segretario generale del sindacato Conapo dei Vigili del Fuoco, ha spiegato a RomaToday che “il dispositivo di soccorso dei Vigili del Fuoco di Roma è entrato in crisi“.
“Non ci sono uomini e mezzi sufficienti per affrontare tempestivamente e contemporaneamente tutti gli incendi in atto. Il nostro grido di allarme dei mesi scorsi sulla carenza di personale è stato sistematicamente ignorato”, ha dichiarato.
“Ora i nodi sono venuti al pettine. Il comando di Roma è carente di circa 300 uomini su base provinciale, facendo riferimento a vecchie piante organiche che oltrettutto andrebbero riadattate ai cambiamenti climatici in corso”, ha sottolineato.
“Assumere più vigili del fuoco per noi è un investimento e non un costo come potrebbe sembrare, ma manca una visione futuristica del numero di uomini e donne necessari”, ha continuato.
Per poi lanciare un appello. “Il Ministero dell’Interno rifletta su questo e legiferi su nuove assunzioni, e nell’attesa autorizzi il rientro in straordinario del personale”, ha concluso.