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Ristoratrice Giovanna Pedretti trovata morta, punto sulle indagini: la recensione su Google e la deposizione

A che punto sono le indagini sulla morte di Giovanna Pedretti: i dubbi sulla recensione di Google e la deposizione della ristoratrice

Pubblicato:

Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Sono due i filoni di indagine che gli investigatori stanno seguendo per far luce sulla morte di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano (Lodi) trovata morta nel Lambro domenica 14 gennaio. Da un lato ricostruire gli ultimi istanti di vita della donna e confermare l’ipotesi del suicidio, dall’altro fare chiarezza sulla presunta recensione su Google contro gay e disabili all’origine del caso mediatico che l’ha coinvolta.

Giovanna Pedretti trovata morta, il punto sulle indagini

Giovanna Pedretti, 59 anni, ristoratrice titolare assieme al marito Nello della pizzeria “Le Vignole” di Sant’Angelo Lodigiano, si sarebbe tolta la vita nella notte tra sabato 13 e domenica 14 gennaio.

Sull’ipotesi del suicidio ormai non ci sono particolari dubbi, ma per avere la conferma serviranno ulteriori accertamenti, a partire dai risultati dell’autopsia che verrà effettuata oggi, mercoledì 17 gennaio.

Secondo quanto ricostruito, Giovanna Pedretti avrebbe cercato di tagliarsi i polsi con una lametta a bordo della sua Fiat Panda, parcheggiata in una strada sterrata nei pressi del Lambro, a circa un chilometro da casa.

Poi si sarebbe lasciata morire entrando nel fiume: a impedire che la corrente del Lambro la trascinasse lontano è stato il fatto che il corpo si è impigliato.

L’indagine sull’istigazione al suicidio

Un suicidio che non sarebbe stato preceduto da nessuna delle azioni che spesso accompagnano questa decisione, come il lasciare lettere o biglietti di addio o occuparsi di lasciti e incombenze rimaste in sospeso.

La Procura di Lodi che sta indagando sulla morte di Giovanna Pedretti ha aperto un fascicolo d’indagine contro ignoti con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio. Gli investigatori vogliono verificare se ci siano eventuali responsabilità nella tragica scelta della ristoratrice.

Perché la 59enne è passata in un attimo dall’anonimato alla notorietà, venendo prima esaltata come esempio di umanità da seguire e poi bersagliata da insulti e critiche sui social.

Acuendo forse il suo stato di malessere: la donna era seguita molto dal suo medico di base da dieci anni, quando era morto suicida il fratello, impiccato.

Pedretti aveva difficoltà a dormire, spesso si alzava in piena notte, usciva e andava a fare lunghe camminate, tornando ore dopo. Anche per questo il marito, inizialmente, non si è preoccupato per la sua assenza.

La recensione su Google

Il tutto per una (presunta) recensione su Google alla sua pizzeria contro gay e disabili, di cui Giovanna aveva parlato su Facebook. La storia era finita sui principali organi di informazione ed era stata molto commentata sui social: la ristoratrice aveva ricevuto tra gli altri i complimenti della ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli.

Poi sono arrivati i primi dubbi sull’autenticità della recensione, sollevati dalla giornalista Selvaggia Lucarelli e dal suo compagno Lorenzo Biagiarelli, chef e food blogger.

La coppia ha ipotizzato che la recensione fossa falsa, che fosse tutto una macchinazione della ristoratrice per guadagnare consensi e visibilità, una manovra di marketing.

Di quella recensione non esiste traccia alcuna, se non una fotografia in possesso della stessa Pedretti. Per accertarne la veridicità o meno serviranno lunghe verifiche tecniche e il coinvolgimento di Google.

La deposizione in caserma

Proprio della recensione Giovanna Pedretti ha parlato ai carabinieri di di Sant’Angelo Lodigiano nella mattinata di sabato 13 gennaio, convocata in caserma come persona informata sui fatti.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, la donna avrebbe confermato ai militari quanto già dichiarato nelle interviste rilasciate, cioè che quel post esiste e che non l’ha scritto lei.

Come messo a verbale nella deposizione, Pedretti avrebbe detto che quella recensione su Google risale all’aprile 2023 e di averlo riproposto solo la scorsa settimana dopo aver rivisto quel cliente nella pizzeria.

Si sarebbe quindi ricordata dello screenshot conservato sul telefono, così l’ha pubblicato, accompagnato dalla sua risposta, sul profilo Facebook della sua pizzeria.

Ai carabinieri la 59enne avrebbe detto di non sapere chi fosse quel cliente, e non avrebbe fornito elementi sufficienti per abbozzare un identikit.

L’esame del cellulare e dei conti bancari

Le indagini degli inquirenti vertono principalmente sui motivi che potrebbero aver indotto la donna al tragico gesto e le eventuali responsabilità di altri.

Da subito, analizzando i conti bancari, gli inquirenti hanno escluso problemi di natura economica legati alla pizzeria, inoltre non ci sono guai o debiti nella storia professionale della ristoratrice e di suo marito.

Ulteriori elementi utili alle indagini potrebbero arrivare dall’esame del contenuto del cellulare personale di Giovanna Pedretti, finito in acqua e non ancora analizzato.

Nel telefono di lavoro ritrovato nell’auto non sono stati trovati particolari messaggi o telefonate che potrebbero averla scossa.

Fonte foto: ANSA

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