NOTIZIE
CRONACA NERA

Omicidio di Eros Di Ronza a Milano, la confessione del barista Shu Zhou e l'inquinamento delle prove dello zio

I dettagli dell'uccisione di Eros Di Ronza, nel tentativo di rapina di un bar di Milano, nella ricostruzione fatta dal presunto omicida Shu Zhou

Pubblicato:

Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Emergono ulteriori dettagli sull’omicidio di Eros Di Ronza, il 37enne ucciso mentre stava cercando di rapinare un bar di Milano, colpito più volte con delle forbici da Shu Zhou, barista e nipote della titolare. Il 30enne, arrestato insieme allo zio con l’accusa di omicidio volontario, avrebbe ammesso da subito le sue responsabilità, sin dalla chiamata al numero unico di emergenza.

L’omicidio a Milano

Secondo le ricostruzioni sull’accaduto, Eros Di Ronza sarebbe entrato in un bar al civico 35 di viale Giovanni da Cermenate, nella periferia sud di Milano, forzando la saracinesca, intorno alle 5 della mattina di giovedì 17 ottobre.

Il tentativo di rapina ha fatto scattare l’allarme che ha svegliato la famiglia proprietaria del locale, residente al piano di sopra: lo zio e il nipote della titolare sono subito scesi di casa portando con loro un paio di forbici, che sarebbero state utilizzate nella colluttazione nella quale il 37enne è stato colpito mortalmente.

I rilievi della scientifica davanti al bar di Milano dove Eros Di Ronza è stato ucciso durante un tentativo di rapina

Le parole di Shu Zhou

Da quanto riportato nell’imputazione, Eros Di Ronza è stato colpito, per “circa 20” volte con una forbice da 11 centimetri, “al petto, all’addome, alla schiena, ai fianchi, alle gambe ed agli arti superiori”. Dall’analisi del corpo, il medico legale ha rilevato trentasei ferite complessive.

Come risulta dagli atti, Shu Zhou, il barista intervenuto insieme allo zio avrebbe richiesto l’intervento dei soccorsi chiamando il numero d’emergenza, descrivendo così la situazione: “Abbiamo già fermato il ladro, adesso sta male, sta malissimo, fate venire un’ambulanza (…) sta malissimo, esce sangue, l’abbiamo picchiato serve l’ambulanza (…) è entrato dentro voleva rubare i soldi”.

“Ho dato un pugno al ladro e adesso sta quasi morendo” avrebbe detto il 30enne, che agli agenti arrivati sul posto ha ammesso “sono stato io, sono stato io“.

La testimonianza sull’omicidio

Nel primo verbale di testimonianza, Zhou ha dichiarato di essersi precipitato al bar dopo aver sentito suonare l’allarme e che davanti al locale “improvvisamente veniva aggredito dal soggetto che indossava il casco nero”, il presunto “palo”, il complice di Eros Di Ronza, che sarebbe riuscito a scappare.

Da quanto affermato dal barista, “dopo aver prelevato da terra un secondo casco” il presunto complice “lo colpiva al capo”, ma lui sarebbe riuscito “a metterlo in fuga mostrandogli le forbici che impugnava”.

A quel punto, Zhou avrebbe notato uscire dall’apertura realizzata nella “saracinesca, un secondo individuo”, ovvero Di Ronza, “pertanto allarmato dalla sua imprevedibile azione, lo colpiva mediante l’utilizzo delle forbici”, mentre il 37enne cercava “di uscire dall’esercizio” strisciando all’indietro.

Durante il tentativo di fuga del rapinatore, sia il barista che lo zio Liu Chongbing, avrebbero inseguito e colpito “con ulteriori violenti fendenti mentre lo stesso era a terra“, fino ad ucciderlo.

Stando a quanto immortalato dalle telecamere di sorveglianza, nel video dell’aggressione messo agli atti, il 30enne avrebbe colpito Di Ronza che “era intento esclusivamente ad allontanarsi dall’esercizio commerciale, senza mai porre in essere alcuna azione violenta“.

Le immagini, scrive il pm, “dimostrano chiaramente come i fendenti sono numerosi e caratterizzati da estrema violenza, nonché che, quando Shu cade a terra, inciampando nella gambe del Di Ronza, che si contorce sull’asfalto, è l’altra figura, vestita di bianco, ossia Liu, che già lo stava tenendo fermo”, a “sopraffarlo“.

Nessuno dei due parenti ha “riportato la benché minima ferita”, perché Di Ronza non ha reagito. Nessuna legittima difesa, anche perché “la fase di maggiore violenza” avviene “quando ormai l’intera refurtiva era stata persa e l’uomo era a terra” e gridava “aiuto”.

Inoltre, si legge ancora nell’imputazione, lo zio Chongbin, per garantirsi “l’impunità, prima dell’arrivo degli operanti abbandonava la scena del crimine” per “raggiungere la propria abitazione” e mettere la “vestaglia di colore bianco (ripresa dalle immagini di videosorveglianza)” in una “bacinella colma d’acqua, al fine evidente di cancellare le tracce biologiche“.

Fonte foto: ANSA
Omicidio Eros Di Ronza a Milano, il 37enne pregiudicato ucciso a colpi di forbici dal barista: le immagini

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963