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Omicidio Brian Thompson, Luigi Mangione si dichiara non colpevole: ma proiettili coincidono con la sua pistola

Luigi Mangione si dichiara non colpevole dell'omicidio di Brian Thompson. Le prove, però, collegano la sua pistola al crimine

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

Luigi Mangione, il 27enne accusato dell’omicidio di Brian Thompson, Ceo di UnitedHealthcare, si è dichiarato “non colpevole” del crimine avvenuto a New York. Thompson è stato ucciso durante un incontro annuale degli azionisti dell’azienda, e le prove raccolte dalla polizia sembrano collegare Mangione direttamente alla scena del delitto. Mangione, arrestato in Pennsylvania, è stato accusato di omicidio, possesso di armi illegali e falsi documenti d’identità, ma si oppone all’estradizione e ha dichiarato che intende difendersi dalle accuse.

Mangione si dichiara innocente

Luigi Mangione ha rilasciato una dichiarazione formale attraverso il suo avvocato, dichiarandosi “innocente” per l’omicidio di Brian Thompson. Nonostante le prove che lo collegherebbero al crimine, Mangione ha respinto tutte le accuse, rimanendo fermo nella sua versione dei fatti.

La difesa sostiene che ci potrebbero essere delle incongruenze nelle prove presentate dalla polizia. Mangione, arrestato per possesso di armi e falsi documenti in Pennsylvania, si oppone alla sua estradizione a New York, dove è accusato di aver ucciso il CEO di UnitedHealthcare.

Omicidio Ceo: Luigi Mangione si dichiara innocente

Il suo avvocato ha dichiarato che il 27enne ha intenzione di affrontare ogni accusa in tribunale, respingendo fermamente ogni ipotesi di colpevolezza.

Cosa ci dicono taccuino e post

Il taccuino trovato durante l’arresto di Mangione contiene diversi dettagli, tra cui piani precisi per l’omicidio di Brian Thompson. Secondo i rapporti della polizia, Mangione vedeva se stesso come un “eroe” e ha definito l’omicidio come un’azione mirata, progettata per evitare danni collaterali a persone innocenti. Le annotazioni nel taccuino mostrano una lunga pianificazione dell’omicidio, con l’intento di eliminare una figura chiave nel sistema sanitario che Mangione considerava responsabile di ingiustizie mediche.

In uno dei suoi post su Reddit, Mangione aveva espresso frustrazione per il sistema sanitario, condividendo le sue opinioni sulla disuguaglianza nella distribuzione delle risorse mediche.

Il suo comportamento sui social ha attirato l’attenzione di molti, e i suoi post sono stati riesaminati per cercare di trovare indizi che possano supportare o indebolire le accuse. Contro di lui anche le scritte sui bossoli, che sembrano rimandare proprio all’idea che aveva il giovane dell’abuso di potere dei potenti come Thompson.

Le prove dell’omicidio Brian Thompson

Le prove raccolte dalla polizia sembrano essere schiaccianti. Il capo della polizia di New York, Jessica Tisch, ha confermato che la pistola sequestrata a Mangione è stata associata con i bossoli trovati sulla scena del crimine.

Inoltre, le impronte di Mangione sono state trovate su una bottiglietta d’acqua e su un involucro di barretta recuperati vicino al luogo dell’omicidio. Queste prove sembrano essere delle conferme sul fatto che Mangione fosse effettivamente presente sulla scena del crimine.

Ulteriori prove sui proiettili sono emerse quando una persona a passeggio ha trovato una busta contenente bossoli nei cespugli di Central Park, un’area vicina al luogo dell’omicidio. La polizia li ritieni legati alla pistola di Mangione.

Fonte foto: ANSA

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