Non è l'Arena di Massimo Giletti chiusa prima della puntata su Berlusconi e i presunti rapporti con la mafia
La trasmissione di Massimo Giletti Non è l'Arena è stata cancellata prima di una puntata che avrebbe indagato i rapporti tra Berlusconi e la mafia
La trasmissione Non è l’Arena si è fermata prima di poter mandare in onda una puntata importante. Si tratta di quella che avrebbe indagato dei rapporti tra Silvio Berlusconi, Marcello dell’Utri e Cosa Nostra. Lo ha rivelato il vicedirettore de il Fatto Quotidiano Marco Lillo, a cui lo avrebbe riferito lo stesso conduttore del programma Massimo Giletti. Emerge poi un’informativa della Dia, su un possibile coinvolgimento di Berlusconi nella tentata strage dell’Olimpico del 1994.
La puntata cancellata
Massimo Giletti avrebbe parlato a Lillo di questa puntata ancora prima che venisse cancellato il suo programma Non è l’Arena.
Lillo, ha raccontato, avrebbe dovuto partecipare in qualità di esperto su richiesta di Giletti.
Quest’ultimo, parlandogli della puntata, gli avrebbe detto che si sarebbe occupata delle conversazioni intercettate e dei milioni di euro versati da Berlusconi a Dell’Utri.
Ma, soprattutto, dei rapporti che intercorrerebbero tra il Cavaliere e la mafia, come riporta il Fatto Quotidiano.
“Poi ci dobbiamo vedere per pianificare” avrebbe scritto Giletti a Lillo il 12 aprile, ma il giorno dopo la trasmissione è stata cancellata da La7.
L’ipotesi è che sia stato lo stesso editore Cairo a chiedere quindi lo stop prima della messa in onda.
L’informativa della Dia
Sarebbe emersa, inoltre, un’informativa della Dia sulla mancata strage allo stadio Olimpico di Roma del 23 gennaio 1994.
Giuseppe Graviano nel 2016 avrebbe confidato al compagno di detenzione, Umberto Adinolfi, che la strage tentata dagli uomini dello stesso Graviano e poi fallita gli sarebbe stata chiesta da Silvio Berlusconi.
Al collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, Graviano avrebbe detto il giorno prima della tentata strage di aver trovato un accordo con Berlusconi e Dell’Utri per la risoluzione dei suoi problemi giudiziari.
Si tratta di un’ipotesi investigativa, che però Graviano, interrogato non avrebbe confermato.
Le ultime righe dell ’informativa, firmata dal capo centro della Dia di Firenze, Francesco Nannucci, sembrerebbero però molto certe: “Si può affermare che la conversazione ambientale del 10 aprile 2016, oggetto di rivalutazione nel corso dell’odierna delega di indagine è riconducibile al contesto criminale relativo alla strage dell’Olimpico del 23 gennaio 1994, con il coinvolgimento di Silvio Berlusconi, per il tramite di Marcello Dell ’Utri, quale diretto interessato alla sua realizzazione”.
Le dichiarazioni di Graviano
Graviano, che dal 1994 è in carcere, agli investigatori avrebbe confermato gli incontri con Berlusconi e alcuni imprenditori palermitani, ma negato la presenza di Dell’Utri.
Sentito nel 2020 e nel 2021 dai pm di Firenze, aveva però dichiarato di non sapere se ci fosse Berlusconi dietro le stragi.
Secondo quanto riportato da il Fatto, la Dia sarebbe però certa che Graviano stia tentando di coprire Berlusconi.
E scrive che “Graviano ha inteso ‘coprire’ Berlusconi, non lo ha voluto tradire raccontando tutto quello che sa, sia nei rapporti con suo nonno e suo cugino, sia in rapporti ulteriori e diversi di cui Berlusconi era attore, ma che non ha voluto specificare”.