Galli, la falla della campagna vaccinale: "Sono fuori di me"
L'infettivologo Massimo Galli ha bocciato il modo in cui sta andando avanti la campagna vaccinale in Italia
Massimo Galli, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, durante la trasmissione ‘Otto e mezzo’ di Lilli Gruber, si è detto fuori di sé per la gestione dei vaccini.
“Sul vaccino si fanno sciocchezze. Mi consenta di dirlo, sono piuttosto fuori di me per questa cosa che si stanno vaccinando le pesone che sono già guarite dal Covid. Non c’è uno straccio di dato reale a favore di questa pratica e mi chiedo se abbiamo 4 milioni e 400 mila dosi da utilizzare in questo momento per i già immunizzati attraverso l’infezione. Poi non sarà magari un’immunità che dura in maniera continuativa per chissà quanto tempo ma guardiamola sta cosa prima di rivedere il tutto perché altrimenti proprio non ci capiamo”.
“Cominciamo infatti ad avere le reazioni avverse non nei vaccinati che non hanno mai visto prima il virus ma in quelli che il virus l’hanno già visto come in fondo ci si poteva anche un po’ aspettare. Quindi cerchiamo di essere un minimo capaci di fare le cose perché altrimenti per rendere le cose comode e non porci il problema di capire chi si sta vaccinando,se è già stato infettato oppure no, facciamo disastri“.
Galli e i cromatismi regionali
Nei giorni scorsi, in un’intervista a la Stampa, l’infettivologo aveva detto: “Conviviamo con una pandemia disastrosa. Dopo cromatismi regionali vari abbiamo una situazione in peggioramento. Magari non è il momento di distrarsi. Bisognerebbe stringere tutti le fila e aspettare la fine della pandemia per scannarsi”, spiega Galli, riferendosi all’attuale crisi di governo.
“Il dato più sensibile non riguarda i decessi – spiega Galli -, che non è detto che siano quotidiani e riguardano malattie protrattesi per settimane, ma ciò che conta è che gli infettati crescono stabilmente e gli ospedalizzati risalgono”.
“La seconda ondata, nata quest’estate non facendo tamponi e sottostimando il problema, non è mai finita, perché le misure non l’hanno annientata. Ora c’è un aumento dei parametri che ci preoccupano di più – ha detto Galli -, come i ricoveri, e una discreta stanchezza sia nella ricerca del contagio sia nell’applicazione delle regole. Nei prossimi dieci giorni capiremo quanto pagheremo le festività e poi speriamo non arrivi anche una terza ondata“.