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CRONACA NERA

Funivia Mottarone, svolta nelle indagini: tre fermati ammettono

Svolta nella notte dopo un lungo interrogatorio: disposti tre fermi per la strage della funivia Stresa-Mottarone, costata la vita a 14 persone

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Sono tre le persone fermate per la strage della funivia del Mottarone, dove sono morte quattordici persone tra cui due bambini. La svolta è arrivata quasi all’alba di oggi, mercoledì 26 maggio, a tre giorni dalla tragedia che ha sconvolto l’Italia. Dopo una notte di interrogatori serrati e anche tesi e drammatici, i tre fermati hanno ammesso.

Strage funivia, chi sono i tre fermati

Uno dei tre fermati per la strage della funivia è Luigi Nerini, il proprietario della società che gestisce l’impianto, “Ferrovie Mottarone srl”. Gli altri due sono il direttore e il capo operativo del servizio.

A disporre il fermo, come riporta Ansa, è stato il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, che con il pm Laura Carrera coordina le indagini dei carabinieri, dopo l’analisi della cabina precipitata e agli interrogatori.

Il confronto è durato oltre dodici ore, a partire dal pomeriggio di ieri quando era stata annunciata la svolta nelle indagini. Da persone informate sui fatti, la posizione delle persone convocate è presto cambiata e a mezzanotte è arrivato anche Nerini, raggiunto dall’avvocato Pasquale Pantano.

Secondo quanto accertato dalla procura, non è stato un errore umano ma le persone fermate hanno ammesso di sapere del blocco al freno e avevano “dal punto di vista giuridico ed economico, la possibilità di intervenire”.

Cosa hanno ammesso i tre fermati

“Il freno non è stato attivato volontariamente? Sì, sì, lo hanno ammesso”, lo ha annunciato l’ufficiale dell’Arma ai microfoni di Buongiorno Regione, su Rai Tre. “C’erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la ‘forchetta’, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione”.

Freni della funivia manomessi “per evitare blocchi”

Per i tre, il quadro raccolto è “fortemente indiziario“, ha fatto sapere il procuratore Olimpia Bossi. Dall’analisi dei reperti, infatti, è emerso che “la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso“.

Secondo gli inquirenti il “forchettone”, ovvero il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainane, non è stato rimosso. Un “gesto materialmente consapevole”, per “evitare disservizi e blocchi della funivia“, che da quando aveva ripreso servizio presentava “anomalie”.

Dopo lo stop a causa della pandemia, la funivia del Mottarone era entrata in funzione da circa un mese: “Era da più giorni che viaggiava in quel modo e aveva fatto diversi viaggi”, ha sottolineato il procuratore Olimpia Bossi. Così, “nella convinzione che mai si sarebbe potuto verificare una rottura del cavo, si è corso il rischio che ha purtroppo poi determinato l’esito fatale”, ha spiegato il magistrato, che ha parlato di “uno sviluppo consequenziale, molto grave e inquietante, agli accertamenti svolti”.

Qual è il reato ipotizzato per i tre fermati

La procura di Verbania indaga per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose ma le tre persone fermate devono rispondere di “rimozione od omissione dolosa di cautele“. L’ipotesi di reato è prevista dell’articolo 437 del codice penale che punisce chi “omette di collocare impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro, ovvero li rimuove o li danneggia”. Questa ipotesi è aggravata “se dal fatto deriva un disastro” spiega il procuratore di Verbania.

Continuano le indagini sulla strage della funivia Stresa-Mottarone

La procura di Verbania ha intenzione di andare avanti con l’indagine per “valutare eventuali posizioni di altre persone”. “Si è tutto accelerato nel corso del pomeriggio e di questa notte – ha concluso il procuratore lasciando la caserma -. Nelle prossime ore cercheremo di verificare, con riscontri di carattere più specifico, quello che ci è stato riferito”.

Fonte foto: ANSA
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