Funivia Mottarone, la Procura: "Ci sono i primi indagati"
Funivia Mottarone, la procura annuncia che ci sono i primi indagati per la tragedia in cui sono morte 14 persone
A distanza di circa 48 ore dalla tragedia della Funivia sul Mottarone (Verbania), ci sono i primi indagati per la tragedia in cui domenica scorsa hanno perso la vita 14 persone (unico superstite il piccolo Eitan di 5 anni, attualmente ricoverato a Torino in condizioni gravi). Come riporta l’Ansa, gli inquirenti nelle scorse ore hanno dato un’accelerata alle indagini per acclarare le presunte responsabilità legate alla manutenzione dell’impianto. Secondo la ricostruzione ufficiale dell’incidente la cabina della funivia correva al momento dello schianto a 100 all’ora ed è stata scaraventata via per 54 metri.
Tra le ipotesi al vaglio, c’è l’errore umano. Nella fattispecie si sta cercando di capire come ha potuto non funzionare il sistema di frenata di sicurezza. A parlare della questione è stato il procuratore capo di Verbania, Olimpia Bossi. L’errore umano “fa parte degli accertamenti che devono essere fatti, non è riscontrabile a occhio nudo da un video che non ha neanche una qualità eccelsa. Tutto è stato coperto e repertato e sarà a disposizione dei consulenti tecnici” ha dichiarato il procuratore.
Una istantanea scattata negli attimi successivi al dramma pare mostrare un ‘forchettone’, un oggetto metallico che ha l’utilità di tenere aperte le ganasce dei freni, ma che va levato quando ci sono individui a bordo della cabina. Se ciò non avviene non è possibile la frenata in caso di emergenza, come ad esempio nel frangente di rottura del cavo trainante.
Tale questione, emersa da una foto scattata dal Soccorso alpino, potrebbe spiegare perché la cabina è caduta nel vuoto per circa 20 metri. L’immagine è uno degli elementi al vaglio della procura di Verbania. In corso anche gli accertamenti relativi alla rottura del cavo trainante. Questi per ora i nodi cruciali da sbrogliare per comprendere le cause del funesto incidente capitato nella giornata di domenica 23 maggio.
“La cabina era sostanzialmente arrivata al punto di sbarco, si vede che sussulta e torna indietro”, ha spiegato sempre Olimpia Bossi, che ha visionato una piccola parte dei video delle telecamere di sorveglianza della funivia. “La visuale – ha precisato – è però limitata alla zona dell’arrivo”.
Per quel che riguarda l’ipotesi della ‘forchetta’, che fa parte del sistema di blocco, è parte degli accertamenti da fare. “Dal video non si vede” ha aggiunto il procuratore. “La ‘forchetta’ – ha aggiunto – è un meccanismo che fa parte del sistema di blocco e sblocco della cabina e se sia stato inserito o meno dovrà essere accertato”.
Inoltre va ancora sciolto il nodo della proprietà dell’impianto per stabilire se sia di Regione Piemonte o comune di Stresa o se sia di entrambe. Intanto inquirenti e investigatori hanno convocato nella caserma dei carabinieri di Stresa alcuni dipendenti della struttura della funivia, per essere sentiti nell’ambito dell’inchiesta della Procura. Al momento, quelle convocate, sarebbero persone informate sui fatti.
Funivia del Mottarone, come sta il piccolo Eitan
Per quel che invece riguarda l’unico sopravvissuto alla tragedia, Eitan, è cominciato il risveglio. “Il risveglio è partito, in questo momento la risposta del bimbo è positiva – ha dichiarato Giovanni La Valle, direttore generale Città della Salute di Torino -. Comincia ad avere alcuni segnali di risveglio con colpi di tosse, qualche movimento e alcuni momenti di respiro spontaneo, ma in termini precauzionali stiamo andando con molta più calma e attenzione proprio perché la situazione clinica del bambino è ancora critica, seppure ci siano segnali positivi”.
“Il bambino è intubato e la prognosi è ancora riservata – ha aggiunto il medico -. Se il percorso prosegue in questo modo e la situazione clinica resta stabile, l’auspicio è che riusciamo a estubarlo domani mattina. Stiamo andando con più cautela proprio perché la situazione complessiva di politrauma del bambino richiede un’attenzione maggiore nelle operazioni di risveglio”.
“Quello che ci preoccupa di più sono le complicanze non legate al sistema neurologico, che è integro, ma quelle che potrebbero sorgere dal politrauma. Stiamo procedendo con molta cautela e gradualità”, ha concluso La Valle.